La commissione parlamentare Ecomafie, che ha aperto un’indagine sulla discarica Le Crete di Orvieto, inserita tra i siti più gravemente inquinati per rifiuti non pericolosi e fanghi gestita da Acea, non controllerà per ora i termovalorizzatori di Maratta.
L’area individuata dal ministero dell’ambiente nel 2002, in gran parte è ancora da bonificare e comprende aree di proprietà pubblica (Comune e Forze armate) e private (Ast, Terna, Erg Hydro, Enel ed Electroterni). L’Arpa mediante apposite indagini ambientali, ha constato contaminazioni da cromo, cadmio, nichel, rame, zinco, arsenico, pcb, idrocarburi, mentre in falda da dicloroetano, nichel, cromoVl, manganese, zinco, solfati e tetracloroetilene comesi legge nella relazione inviata da Arpa alla commissione.
Il presidente della commissione precisa che “l’obiettivo è fare una fotografia della situazione e una relazione con cui si cercherà di dare una mano alla magistratura. Una volta ricostruita la storia di questo sito la daremo in pasto ai cittadini e al parlamento e ognuno farà le proprie considerazioni politiche”.
Nell’area della discarica e degli stabilimenti di Papigno, dove sono stati rilevati superamenti di pcb e idrocarburi, il Comune deve condurre indagini integrative sulla natura delle contaminazioni, chieste dal ministero dell’Ambiente ma non ancora effettuate.
In serata ci sarà l’audizione del prefetto, Paolo De Biagi, e delle associazioni ambientaliste.