Gli inglesi hanno deciso: usciranno dall’Europa. Nel referendum gli antieuropei hanno vinto con il 51,9 per cento. Non è bastato il sacrificio della giovane deputata laburista Jo Cox a ribaltare la situazione: il sì alla Brexit, all’uscita dall’Unione europea ha vinto nonostante i sondaggi dicessero il contrario e ha vinto soprattutto e quasi soltanto in Inghilterra, dove il vecchio elettorato del partito conservatore di David Cameron sembra aver votato in massa con la destra antieuropeista e xenofoba dell’Ukip di Nigel Farage.
C’è da chiedersi se quelli che hanno votato per l’uscita dall’Europa si siano resi conto che il futuro della Gran Bretagna è molto incerto. Prima perché la Scozia si rifarà avanti per uscire dalla Gran Bretagna (gli scozzesi si sono già espressi in questo senso, ma anche l’Irlanda del Nord chiede la riunificazione, ed entrambe vogliono restare nell’Europa). Sembra gli inglesi non si siano resi conto che la Gran Bretagna – oggi – non è che una macchiolina nella carta geografica del mondo, non si sono resi conto che l’Impero Britannico non esiste più e che ora la loro isola è un Paese che verrà schiacciato fra l’Europa e gli Stati Uniti. Ecco perché il futuro dell’Inghilterra è molto incerto. Il valore della Sterlina oggi è precipitato, ma riflessi negativi si sono avuti anche negli altri Paesi dove le Borse stanno registrando perdite notevoli.
L’uscita della Gran Bretagna dall’UE segna probabilmente un periodo di caos e la misera fine del progetto di Europa politicamente debole e a forte guida tedesca imposto dalla Merkel ad un’esangue e snervata socialdemocrazia, è certamente una brutta notizia per le centinaia di migliaia di giovani italiani che – a volte ce ne accorgiamo – migrano in Gran Bretagna alla ricerca di un lavoro e di un futuro che, a quanto dicono i sondaggi, è stato negato loro da una massa di egoisti e rancorosi ultracinquantenni inglesi che vogliono salvare quelli che credono siano loro privilegi.
Aspettiamo – preoccupati – le conseguenze di questa decisione insensata.