Fallita la prevista guerra-lampo. Eroica la resistenza a Kiev ed ovunque in Ucraina
di Bruno Di Pilla
Ha fallito anche sul piano della strategia militare, Putin. Aveva programmato una guerra-lampo per annettersi la malcapitata Ucraina, ma, accecato dal dèmone di una fulminea vittoria, non aveva previsto l’eroica resistenza sul campo del “piccolo” esercito di Kiev e degli stessi cittadini della libera Repubblica democratica sorta 30 anni fa dopo il crollo dell’Unione Sovietica.
A differenza di quanto avvenne nel 2008 con la conquista della Georgia e nel 2014 con l’invasione della Crimea, questa volta l’Armata Rossa ogni giorno si scontra con la tenace opposizione delle truppe “nemiche”, disposte a combattere casa per casa pur di difendere a tutti i costi l’indipendenza della Patria.
Anche India e Cina, pur essendosi astenute nel summit del Consiglio di Sicurezza ONU, mostrano crescente imbarazzo nell’assistere alle folli manovre belliche dello zar del Cremlino, che ne pregiudica lo status di Nazioni pacifiche ed essenzialmente protese ad intensificare gli scambi commerciali con il resto del mondo. Ecco perché Putin, tra l’altro allarmato dalle dure sanzioni universalmente decise contro la Russia, ha ordinato ai suoi generali di accelerare le operazioni militari in ogni zona della Nazione aggredita, al tempo stesso minacciando il ricorso a letali ordigni nucleari.
Teme l’isolamento, il tiranno, autoproclamatosi Presidente della Federazione sino al 2036, come dire “usque ad mortem”, con la Duma, il Parlamento, costretto a ratificarne i diktat all’unanimità. Morti o sbattuti in galera i pochissimi oppositori, il despota deve però fare i conti con la condanna (e il disprezzo) dei popoli dell’intero pianeta, compreso il suo. Quanto può resistere, anche psicologicamente, un autocrate inviso all’umanità?