Mastro Ilario vivrà per sempre nel cuore di chi ne apprezzò l’abilità e l’innata correttezza umana e professionale
di Bruno Di Pilla
A distanza di pochi mesi dalla sua morte, i nostalgici del bel calcio “olandese” degli anni Settanta, interpretato con passione da baldi giovanotti privi di avidi procuratori e stratosferici ingaggi, hanno ricordato con amore e gratitudine l’integerrima figura di Ilario Castagner, per un quinquennio artefice del Perugia dei miracoli che, imbattuto, giunse addirittura a sfiorare lo scudetto, alle spalle del Milan di Liedholm, nella stagione ’78-’79.
Giorni fa, nel CVA di Ponte d’Oddi, si sono dati appuntamento sostenitori biancorossi e cronisti per onorarne la memoria. L’ex allenatore della Primavera atalantina, fortemente voluto come tecnico dei grifoni e ribattezzato “Mastro Ilario” dal giornalista umbro Lanfranco Ponziani, scomparso a soli 29 anni in un incidente d’auto sulla Milano-Laghi, seppe amalgamare con sapienza e garbo un manipolo di onesti lavoratori del pallone, sino a creare una squadra forte e guardata con stupore e rispetto non solo in Italia, ma in gran parte del Vecchio Continente.
Mezzo secolo dopo anche noi, allora imberbi cronisti incaricati dalle testate locali di seguirne le gesta, rammentiamo con un velo di tristezza, ma anche con gioia, la competenza, il “fair play” e l’innata predisposizione ai rapporti umani dell’uomo di Vittorio Veneto, la cui squisita gentilezza con dirigenti, avversari e addetti ai lavori agevolava, in trasferta, il nostro stesso compito di “narratori” alle prime armi.
Così, quando tremanti ci recavamo a Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Torino, Milano, ci venivano addirittura incontro, ospitali e cortesi, indimenticabili giornalisti RAI del calibro di Piero Pasini, Marcello Giannini, Mario Pastore, Nando Martellini, per anni ammirati solo in tv, che ci “scortavano” in tribuna stampa con incoraggianti sorrisi amichevoli.
Che bei tempi! Oggi “reclute” e praticanti troveranno sulle prime rampe della carriera giornalistica Maestri del genere? Grazie, Ilario!