Di Ciuenlai – Nessun passo avanti, nessun passo indietro. Stallo è il termine esatto con il quale definire la situazione della crisi della Regione Umbria che si avvia a imboccare il tempo record del quarto mese.
La parte vicina al Sottosegretario Bocci continua a dirsi “fiduciosa che la Governatrice mantenga la parola data, agendo di conseguenza”, quella pro Presidente conferma i suoi impegni, ma non specifica i tempi. Ed è questo tipo di benzina che può di nuovo alimentare il fuoco tra le due parti. Nonostante i toni concilianti si sa perfettamente che siamo già oltre “il tempo scaduto”. Se non ci sarà una schiarita all'inizio della prossima settimana è probabile che qualcuno “torni a fare politica”.
Tradotto in soldoni questo potrebbe significare che tra pochi giorni l'ex assessore Luca Barberini potrebbe già presentare il suo disegno di legge per il riordino della sanità umbra. Un testo non proprio in linea con la politica della Giunta, che potrebbe aprire quel percorso di “guerriglia consiliare”, in grado di rendere dura la vita al Governo regionale. Sono comunque parecchi quelli che, soprattutto dentro il Pd regionale, fanno fatica a capire la ragione per la quale non si riesce a trovare la famosa quadra. E' gente probabilmente disattenta.
L'elemento di non ritorno che ha reso “maledettamente complicata” tutta la vicenda è la nomina “unilaterale” dei Direttori. Non tanto per l'atto “apparentemente decisionista” della Marini, quanto per i contenuti degli incarichi. I contratti infatti sono stati cambiati rispetto al passato. E' stata cancellata , sembra ad opera dell'assessore Bartolini (su richiesta di chi?), la norma che prevedeva la possibilità di rotazione degli incarichi. Insomma oggi se non si acquisisce la disponibilità del nominato, si può andare incontro ad un contenzioso “sicuramente perdente ed oneroso per la Giunta”. Quindi, facciamo un'ipotesi del tipo ogni riferimento a fatti e persone è puramente causale. Se il primo punto dell'accordo fosse “spostare Orlandi” , questo potrebbe avvenire solo con il consenso “e la soddisfazione” del “Direttore Massimo” (il titolo non è farina del mio sacco, ma è “fresco di stampa” nelle stanze di Palazzo Donini). Ed è questo che sta cercando di fare la Governatrice. Solo che i tempi non sono certi. E nel frattempo può accadere di tutto.
P.S. E che cosa è quel tutto che può accadere? La più gettonata, in caso di rottura completa, sarebbe “ crisi ed elezioni nel 2017” in concomitanza per la Politiche che vengono date per “sicure” l'anno prossimo da gran parte dei Parlamentari Umbri del Pd. “Perchè – dice uno di loro – Se Renzi vince il referendum andrà all'incasso e lo perde si dimette e bisogna andare alle urne”.