È stato riunificato il processo sui concorsi truccati nella Sanità umbra. Fra gli indagati rientra anche la ex presidente Catiuscia Marini che in un primo momento era stata esclusa per difetto di notifica.
Come si ricorderà, l’inchiesta, deflagrata il 12 aprile 2019 portò nel giro di quattro giorni, l’allora presidente di Regione Catiuscia Marini a presentare le dimissioni. Davanti al gup Angela Avila anche la posizione dell’ex sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, l’ex assessore alla sanità Luca Barberini e altre 36 persone, compresi i vertici del sistema sanitario regionale di quella stagione politica e amministrativa smontato pezzo dopo pezzo dalla procura di Perugia con cimici, trojan, intercettazioni.E cinque richieste di costituzione come parte civile depositate da Regione, Usl 1, Azienda ospedaliera di Perugia, Cittadinanzattiva e Unione nazionale dei consumatori, ma su cui il gup Angela Avila si è riservata la decisione.
Per i pm Paolo Abbritti e Mario Formisano i tre politici sarebbero stati «promotori» di un’associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie di reati ai danni della pubblica amministrazione, «creando una vera e propria rete di sistema attraverso cui condizionavano gran parte dei concorsi pubblici gestiti dall’Azienda ospedaliera di Perugia e da altre aziende sanitarie umbre per garantire la vittoria o il posizionamento utile in graduatoria dei candidati, preventivamente determinati». Nella ricostruzione accusatoria i magistrati indicano Emilio Duca e Maurizio Valorosi come gli esecutori della presunta associazione a delinquere, mentre altri quattro apicali della sanità vengono considerati «partecipi del sistema». Nelle accuse a carico dei 39 c’è la rivelazione di segreti d’ufficio, abuso d’ufficio, falso ideologico e materiale «finalizzati – per la procura di Perugia – alla manipolazione sistematica dei concorsi pubblici».
L’udienza preliminare è prevista per l’11 dicembre.