Concorsopoli, Catiuscia Marini, Gianpiero Bocci, Luca Barberini, Emilio Duca e Maurizio Valorosi. Secondo la ricostruzione accusatoria, Marini e gli altri indagati si sarebbero associati al fine di commettere una serie di delitti contro la pubblica amministrazione
“finalizzati alla manipolazione sistematica dei concorsi pubblici banditi dall’Azienda ospedaliera di Perugia e dall’Usl Umbria 1 per garantire la vittoria o il posizionamento ‘utile’ in graduatoria dei candidati”.
In particolare Marini, Barberini e Bocci – hanno ritenuto i pm – “creavano una vera e propria rete di sistema attraverso cui condizionavano gran parte dei concorsi pubblici gestiti gestiti dall’Azienda ospedaliera di Perugia e da altre aziende sanitarie umbre, impartivano le direttive attraverso i vertici aziendali di nomina politica, affinché i concorsi pubblici venissero manipolati a favore dei candidati indicati da loro stessi”.
Arrivano dunque i primi verdetti a quasi due anni dagli arresti dell’aprile 2019, per i fatti che secondo l’accusa sarebbero avvenuti dagli inizi del 2018 a metà dell’aprile 2019. Un’inchiesta che portò tra l’altro alle dimissioni dell’allora presidente Marini e alle elezioni anticipate per la Regione Umbria.
Per loro, e pressoché per tutti gli altri imputati – fatta eccezione per la sola Serena Zenzeri – regge dunque l’associazione per delinquere finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione, come richiesto dai pm titolari dell’inchiesta, Mario Formisano e Paolo Abbritti.
A deciderlo è stato il gup Angela Avila. Per alcuni il gup ha disposto il proscioglimento.
I big, politici compresi, dovranno anche rispondere di associazione per delinquere, finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione, come richiesto dai pm titolari dell’inchiesta, Mario Formisano e Paolo Abbritti.
Oltre a Marini e Bocci, il prossimo 16 marzo, davanti al secondo collegio penale del tribunale di Perugia, il processo si aprirà anche a carico di altre 34 persone.
Diamante Pacchiarini è stato condannato a due anni e otto mesi con il rito abbreviato e condanna alle spese processuali (mentre il risarcimento del danno all’Azienda ospedaliera e alla Regione dovrà deciderlo il giudice civile). Assolto l’imprenditore Fabio Madonnini che aveva chiesto il rito abbreviato. Quattro i patteggiamenti tra 8 mesi e 1 anni e 3 mesi per Gabriella Carnio, Roberto Ambrogi, Maurizio Dottorini e Andrea Sborzacchi, mentre per Serena Zenzeri è arrivato il non luogo a procedere e lo stralcio della posizione di Giampietro Ricci.
“Affronteremo il processo fiduciosi di poter dimostrare l’innocenza della mia assistita”, ha detto il difensore di Catiuscia Marini, l’avvocato Nicola Pepe.
Tutti gli indagati continuano a sostenere la correttezza del loro operato.
Restano numerosi i singoli episodi legati ai vari concorsi contestati a oltre una trentina d’indagati.
“Le accuse nei confronti di Duca – ha detto all’Ansa il suo difensore, l’avvocato Francesco Falcinelli – sono state ridimensionate. Per diversi degli episodi contestati c’è stato il proscioglimento nel merito e le altre sono poche e marginali. Siamo fiduciosi”.