Per Riccardo Corridore «Sono stati violati gli articoli 338 e 393 bis del codice penale»
Da palazzo Spada la guerra si sposta tra le stanze della Procura e negli uffici dove i carabinieri e la polizia raccolgono le denunce presentate da maggioranza e opposizioni.
L’ultima delle quali è quella presentata in Questura dal vicesindaco di Terni Riccardo Corridore, contro esponenti della minoranza in Consiglio comunale, per il fatto che secondo lui «Sono stati violati gli articoli 338 e 393 bis del codice penale».
Il primo prevede che “chiunque usa violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario, ai singoli componenti o ad una rappresentanza di esso, o ad una qualsiasi pubblica autorità costituita in collegio o ai suoi singoli componenti, per impedirne o turbarne l’attività, è punito con la reclusione da uno a sette anni”.
Il secondo è la norma che prevede che, chi reagisce a un atto arbitrario della pubblica autorità, non è punibile.
La denuncia presentata in Questura fa seguito all’esposto presentato contro il sindaco, Stefano Bandecchi, dai consiglieri di Fratelli d’Italia, Marco Cecconi e Orlando Masselli all’indomani della seduta di fuoco del consiglio comunale.
Bandecchi è stato iscritto nel registro degli indagati con le ipotesi d’accusa indicate dai legali dei due consiglieri ai carabinieri: minacce e oltraggio a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.