La poltrona del premier Giuseppe Conte traballa pericolosamente. Nelle ultime ore si moltiplicano i rumors su un possibile cambio di guardia a Palazzo Chigi, con Mario Draghi pronto a prendere il posto dell’avvocato qualora gli fosse richiesto.
Da una parte a soffiare come un uragano sulla massima postazione governativa sono i numeri, con un sondaggio che rivela un consenso ridotto al lumicino, con il 65,3% di intervistati che dice di non avere fiducia nei confronti del governo giallorosso.
Le voci dei giorni scorsi lasciavano intendere che il Vaticano si potesse adoperare per mettere in sicurezza il governo M5S-Pd. Addirittura si era parlato di Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, come possibile regista di un’operazione volta alla creazione di un nuovo movimento d’ispirazione cristiana. Si sarebbe trattato di un partito di centro che avrebbe potuto strizzare l’occhio a Conte. Ma in un lampo le carte in tavola sono cambiate.
Ora si fa largo la volontà di dare vita a un progetto alternativo alla sinistra, che sia in grado di unificare l’area moderata.
Sembrerebbe proprio che gli ambienti vicini al cardinal Ruini – ma ora sotto il controllo diretto del Segretario di Stato, Pietro Parolin – siano tornati a scalpitare.
Una pressione che si fa sentire, tanto che la figura del capo del governo giallorosso ora è molto indebolita.
Anche dalla Santa Sede sono stati avanzati forti dubbi sul modus operandi del presidente del Consiglio.
Fonti vaticane avrebbero ribadito il timore per il fatto che le misure fino a ora intraprese dal governo possano non essere più sufficienti per garantire una seria ripresa del Paese: “Serve un’idea vera di paese, una visione d’insieme delle cose da fare. Un progetto per il rilancio”.
Non a caso, come riportato da Italia Oggi, si fa sempre più concreta l’ipotesi dell’arrivo di Dario Franceschini a Palazzo Chigi: si tratta di una figura super cattolica che gode dell’apprezzamento sia del Quirinale sia del Vaticano. Un profilo che potrebbe risultare fondamentale per solidificare gli equilibri politici e istituzionali in vista della ricostruzione, considerando la presenza degli altri cattolici David Sassoli a Paolo Gentiloni da Bruxelles. E all’orizzonte resta la nomina del nuovo presidente della Repubblica, con Sergio Mattarella in pole per il bis.
A questo si aggiunga il fatto che tra le file del Partito Democratico sembra fare breccia una doppia strategia.
Da una parte il sostegno discreto a Dario Franceschini a quello invece decisamente meno “nascosto” di Beppe Sala che chiede al Governo un cambio di passo con relativo rimpasto ministeriale (intervista a Radio 24 del sindaco di Milano).
Del resto Conte comicia a non piacere a molti. Le riaperture con i rischi di seconde ondate del coronavirus – specie per i ritardi su tracciamenti, test e tamponi – si aggiungono alle difficoltà di far pervenire gli aiuti economici annunciati nel Decreto Rilancio (ancora non pubblicato a 6 giorni dalla conferenza stampa di Conte). Inoltre si aggiunge il “nodo” Bonafede – domani voto di sfiducia al Senato – e infine il tema delicato degli aiuti Ue con Mes e Recovery Fund che vedono l’Italia non certo in posizione dirimente.
In sostanza il capodelegazione Pd in rampa di lancio a Palazzo Chigi per prendere il posto di Conte nella fase di ricostruzione ecco che viene a congiungersi perfettamente con le difficoltà dell’esecutivo giallorosso che fatica a trovare una quadra praticamente su ogni punto dell’agenda di Governo.
BEPPE SALA “CHIEDE” RIMPASTO DI GOVERNO
«Dopo tutti questi mesi dall’inizio dell’emergenza Coronavirus non stiamo vedendo quei risultati che ci saremmo aspettati», sarebbero le fonti del Vaticano riportate da Italia Oggi, «Serve un’idea vera di paese, una visione d’insieme delle cose da fare. Un progetto per il rilancio». Il buon rapporto finora tra Conte e Papa Francesco aveva “legittimato” la scelta di Mattarella di proseguire con il Governo in carica per “evitare” il ritorno di Salvini e del Centrodestra alla guida del Paese, ma dopo l’emergenza Covid-19 e le tante difficoltà su comunicazione, decreti e Dpcm, quella convinzione comincia a scricchiolare secondo il retroscena di Italia Oggi. Si fa sempre più concreta l’ipotesi dell‘arrivo di Franceschini a Palazzo Chigi: «si tratta di una figura super cattolica che gode dell’apprezzamento sia del Quirinale sia del Vaticano. Un profilo che potrebbe risultare fondamentale per solidificare gli equilibri politici e istituzionali in vista della ricostruzione».