A seguito degli allarmi lanciati negli ultimi mesi, in riferimento al possibile inquinamento dei terreni nei quali – per anni – sono state interrate le ceneri prodotte dalla Centrale di Pietrafitta, e sui quali sarebbero state portate ceneri di altre centrali Enel del Nord Italia, un’area di 255 ettari tra Piagaro e Panicale è stata sottoposta a sequestro preventivo
per svolgere analisi finalizzate ad approfondire gli accertamenti. Il sequestro comprende l'ex bacino minerario in passato utilizzato per l'estrazione della lignite da parte dell'Enel, due pozzi in località Tavernelle e il terreno della vecchia centrale di Pietrafitta (non più attiva da anni). Il provvedimento, disposto dalla procura di Perugia, è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico e dalle stazioni di Piegaro e Panicale.
L'area è stata sequestrata dopo una prima fase di accertamenti con prelievi e campionamenti eseguiti dai tecnici dell'Arpa e della Usl. Verranno ora fatti – hanno reso noto gli stessi investigatori – ulteriori approfondimenti sul terreno e sulle acque (in superficie e in profondità) per accertare la sussistenza di eventuali criticità ambientali e sanitarie.
Al momento non sono comunque emerse prove di un inquinamento della zona.