“I dati raccolti negli ultimi sei anni evidenziano la presenza, nelle principali aree vallive regionali, di pesticidi (principalmente glifosate e Ampa) e inquinanti industriali – metalli, triclorometano, sostanze perfluoroalchiliche – in concentrazioni talvolta superiori ai limiti normativi”. E’ quanto rilevato da Arpa nel monitoraggio tra il 2015 e il 2020 sui corsi d’acqua umbri. Nell’anno in corso siccità e inquinamento hanno ulteriormente fatto superare i livelli di guardia. Male soprattutto i torrenti Genna, Caina e Maroggia. lo conferma un articolo apparso oggi sul Corriere dell’Umbria., il laboratorio dell’Agenzia regionale per la Protezione ambientale effettua mensilmente “la ricerca di microinquinanti di origine antropica pericolosi e persistenti con tecniche analitiche all’avanguardia e in grado di rilevare la presenza di tali sostanze nella matrice acquosa anche in concentrazioni molto ridotte”.
Tutti i maggiori specchi d’acqua regionali e i principali corsi d’acqua vengono periodicamente monitorati dall’agenzia secondo i criteri dettati dalla direttiva acque attraverso una rete costituita complessivamente da 79 stazioni di monitoraggio, delle quali 70 fluviali e 9 lacustri. Per fiumi e torrenti è stato riscontrato che il 40% presenta uno stato ecologico “buono”. Il 43% è “sufficiente” e mostra “alterazioni moderate delle comunità biologiche e delle concentrazioni dei nutrienti”. Il 13% registra “forti criticità” con uno uno stato “scarso e cattivo”. Il 4% non è giudicabile per la scarsa portata.
Tutti i corpi idrici lacustri, infine, “risultano classificati in stato ecologico sufficiente determinato dai parametri chimico-fisici di base (trasparenza, fosforo totale e ossigeno disciolto) e talvolta anche dalle comunità biologiche monitorate (fitoplancton)”.
I maggiori specchi d’acqua regionali e i principali corsi d’acqua vengono periodicamente monitorati dall’agenzia secondo i criteri della direttiva acque attraverso 79 stazioni di monitoraggio, delle quali 70 fluviali e 9 lacustri.