Sospeso dopo l’arresto a ottobre, il giudice lo riammette in libertà e lui torna al lavoro
È tornato al lavoro in ospedale dopo tre mesi, dopo che era stato sospeso dal lavoro e dallo stipendio dopo un’ordinanza restrittiva delle sua libertà.
Il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Perugia, Giuseppe De Filippis, con la delibera numero 4 dell’11 gennaio, ha riammesso il dipendente al lavoro (non con ruolo sanitario) dopo che il giudice per le indagini preliminari ha modificato la misura cautelare nei suoi confronti.
L’uomo sarebbe stato coinvolto in almeno tre rapine (due uffici postali e una farmacia) e per questo è finito sotto indagine, fin quando lo scorso 6 ottobre, il gip dispose nei confronti del dipendente ospedaliero una misura restrittiva della libertà personale.
Circa un mese dopo, a metà novembre, l’Azienda ospedaliera avviò un procedimento disciplinare nei confronti del dipendente con contestuale sospensione cautelare obbligatoria dal servizio con privazione della retribuzione per tutta la durata della misura restrittiva della libertà personale.
Ma poi le cose hanno preso un’altra piega. Due settimane fa, il 5 gennaio, l’avvocato del lavoratore sospeso ha trasmesso all’Azienda il provvedimento del Gip di “sostituzione della misura restrittiva della libertà personale con la misura di cui all’art. 282 c.p.p. (obbligo di firma, ndr), anche in ragione della concreta possibilità per il medesimo di riprendere quanto prima l’attività lavorativa presso quest’azienda”.
E dunque venendo meno le ragioni legate alla restrizione della libertà individuale dell’uomo, il Santa Maria della Misericordia ha disposto “la cessazione degli effetti» di quanto stabilito a novembre, quindi la sospensione e la riduzione dello stipendio, con il «reintegro in servizio e ripristino dell’intero trattamento economico stipendiale e contributivo dovuto». Riconoscendo come la richiesta della difesa sia «legittima e utile per il servizio pubblico”.
Da sottolineare che per legge il dipendente è innocente fino a sentenza definitiva.