Le armi sarde, il Sindaco di Terni, le domeniche a piedi, l’Arabia pallonara ed altro
di A M A R
La prima riguarda il lavoro in una fabbrica della Sardegna dove “le munizioni scadute della guerra fredda (tra USA e URSS) riconquistano la loro forza distruttrice e le armi inutilizzate nel passato più cupo, si tramutano negli strumenti letali di un presente drammatico”. In questo modo, un bel po’ di fondi di magazzino tornano come nuovi e pronti per essere usati. Se si trattasse di merce destinata ai supermercati tradizionali, lo potremmo considerare un ottimo esempio nella sacrosanta politica del recupero e riciclo dell’usato.
Siccome, nella fattispecie, questi oggetti della apocrifa economia circolare, alimentano empori funesti, molto frequentati dai signori della guerra, allora qualche libera riflessione di censura sorge spontanea e notizie di questo genere, in un paese pacifista come l’Italia, l’arricciamento del naso se lo portano appresso.
Ci mancava proprio: Nel mondo pallonaro ora ha fatto irruzione l’Arabia Saudita. Dispensando allegramente milioni dei suoi petroldollari, si è messa a collezionare campioni a gogò. Perfino allenatori in carica di squadre Nazionali. Il mezzo di trasporto per farli arrivare alle compagini saudite, manco vale la pena ripeterlo: I quattrini, fiumi di quattrini. Quelli che – sosteneva mia nonna – “fanno andare l’acqua all’insu”. Tra i primi superdollarati Cristiano Ronaldo. Il quale, giorni addietro, si è reso autore di un bizzarro siparietto. Sgambettato in area di rigore avversaria, si è visto assegnare un calcio dagli 11 metri.
Secondo Cristiano, il calcio lui l’aveva ricevuto, però non da meritare la punizione di rigore. E’ andato dal direttore di gara e con il dito indice ondeggiante, ha detto NO! Fulgido esempio, secondo la stampa locale, di lealtà sportiva. L’arbitro, prima di revocare la decisione, è andato al VAR. Altro ottimo esempio di rispetto assoluto delle norme vigenti. Un po’ meno rispettate sono rimaste le regole di correttezza sportiva nascoste dietro le allettanti esche alle quali continuano ad abboccare i piranha della sfera di cuoio, noti per la loro voracità (scommettitori docent).
Ormai Terni, è diventata famosa, sugli organi di stampa nazionale, per gli atteggiamenti proteiformi del suo onorevole Sindaco. Una notorietà gossippara, però gradita a molti microcefali. L’ultima comparsata, con adeguata foto di scena, su la Repubblica (2.12.23) si riferisce alla apertura di una nuova “voce radiofonica” sportiva di colore giallorosso (romanista).
Leggo e trascrivo: “Il progetto porta il nome famigerato (sic!) di un imprenditore prestato alla politica che non smette mai di far parlare di sé, amante del lusso e delle auto sportive. Tanto da aver chiesto ad un giornalista: Lei ha mai tradito la sua fidanzata? Deve cominciare a tradirla se no non è un uomo normale. Insomma, un elegante proposta sociale in omaggio alle donne.
Le antiche giornate del motore no, motore non si può (autunno 1973), quando, di domenica, fummo costretti ad andare a piedi, rischia la riproposizione. I motivi: L’elevato costo dei carburanti, l’imbrattamento atmosferico esagerato e quindi la reiterata esigenza del Primo non inquinare, comandamento che ogni cittadino civilmente responsabile dovrebbe rispettare. In quelle domeniche intelligenti, tacque il ruggito ossessionante e quotidiano, emesso dal Re leone della giungla d’asfalto e prevalse il silenzio, diventato, per alcuni giorni, virtù civile.
Risentimmo lo scalpiccio dei passi sull’acciottolato urbano, addirittura dalle stalle saltarono fuori cavalli e carrozze, in un folklore di simpatici mezzi di locomozione. Le biciclette soprattutto, milioni di biciclette, uscirono dal letargo come le marmotte. Tornammo a godere l’ambiente cittadino nel suo aspetto naturale. In qualche osteria, il fiasco di vino come posta in palio nel ritrovato tressette.
L’embargo dei petrolieri ci aveva preso per il collo (e per i fondelli). Involontariamente aveva additato la strada giusta da seguire, diminuendo in fretta le fonti inquinanti. Ha dichiarato il Segretario generale dell’ONU alla vigilia del COP 28, in svolgimento a Dubai (dove altrove, sennò?): “E’ finita l’era del riscaldamento climatico, è cominciata l’era dell’ebollizione terrestre”. Una sirena d’allarme attendibile, unitasi ai ripetuti richiami della scienza: Stiamo uccidendo il Pianeta.
Ha compiuto 21 anni e. Se fossimo ancora verso la metà del secolo passato, sarebbe maggiorenne. Si tratta della lodevole Associazione i Botghi più belli d’Italia, nata in seno alla Consulta turistica dell’ANCI. Ha lo scopo di operare per promuovere il patrimonio di storia e cultura, arte e paesaggio, del quale sono ricchi tanti piccoli centri italiani che testimoniano al forestiero la bellezza attraente ed attrattiva del nostro Paese- Tra le 361 meraviglie territoriali censite sino ad oggi, ce ne sono 29 (dicesi ventinove) in Umbria: Acquasparta, Allerona, Arrone, Bettona, Bevagna, Castiglione del Lago, Citerna, Corciano, Deruta, Lugnano in Teverina, Massa Martana, Monte Castello di Vibio (dove c’è il più piccolo e artistico teatro del mondo), Montecchio, Montefalco, Monteleone di Spoleto e di Orvieto, Montone, Norcia, Nocera Umbra, Paciano, Preci, Sangemini, Sellano, Spello, Stroncone, Torgiano, Trevi, Vallo di Nera. E l’ultimo new entry, Giano dell’Umbria.
Stando a sentire l’autorevole Sindaca di Parigi, nel settore dell’informazione mediatica, ci sarebbe uno strumento di primario ascolto (l’ex Twitter)che “è diventato il regno della disinformazione, dell’antisemitismo e razzismo, del negazionismo climatico”. Sempre a suo giudizio, “agisce per esacerbare gli animi e attacca tutti coloro i quali, con buona volontà, vogliono un dibattito politico sereno e pacifico”. Io non mi meraviglierei troppo: Sono i social, bellezza! Dove tutti possono dire fregnacce, insultare e fare l’apprendista stregone. Alcuni andrebbero denunciati al Tribunale dell’Inquisizione e, se non dovessero fare abiura, condannati all’autodafé, come secoli addietro, in Spagna,






