La platea lasciata scoperta è dunque più del 50 per cento delle domande pervenute agli uffici regionali
È stata approvata dieci giorni fa dalla Regione Umbria la graduatoria relativa all’avviso pubblico per il così detto “Bonus neo mamme” che prevede un contributo una tantum a fondo perduto di 1200 euro in favore delle madri, lavoratrici (dipendenti o autonome) o iscritte al Centro per l’Impiego, con bambini nati tra il tra il 03 giugno 2022 e il 03 giugno 2023.
La graduatoria in questione è stata pubblicata mercoledì 30 agosto sul sito della Regione Umbria, sia sul canale bandi (https://www.regione.umbria.it/la-regione/bandi) che sul BUR.
Ciascun richiedente potrà così verificare la propria posizione mediante il numero di protocollo rilasciato sulla ricevuta telematica di invio della domanda.
Ma sulla questione c’è da registrare una nota polemica del consigliere regionale del Pd, Tommaso Bori, che chiede “l’ampliamento dello stanziamento economico per la misura, a fronte di avviso pubblico con una dotazione finanziaria non all’altezza delle aspettative suscitate”.
“Il bonus neo mamme, che la Regione ha sbandierato ai quattro venti come una soluzione salvifica per far uscire l’Umbria dall’inverno demografico si è rivelato, come spesso succede all’Umbria, una montagna che partorisce un topolino con più della metà delle oltre duemila domande che risultano ammesse, non finanziate per esaurimento delle risorse stanziate”: così il consigliere regionale del Pd, Tommaso Bori, che chiede “l’ampliamento dello stanziamento economico per la misura, a fronte di avviso pubblico con una dotazione finanziaria non all’altezza delle aspettative suscitate”.
“Di 2.297 domande presentate infatti – osserva Bori in una nota – 1.290 risultano ammesse e non finanziate per esaurimento di risorse stanziate a finanziamento dell’avviso, 903 ammesse e finanziate, mentre 104 risultano inammissibili.
La platea lasciata scoperta è dunque più del 50 per cento delle domande pervenute agli uffici regionali.