Rafforzate in ogni settore le pubbliche imprese. I meriti di Conte e Draghi
di Bruno Di Pilla – Deprecabile astensionismo a parte, sono evidenti i motivi della vittoria del Centrosinistra alle amministrative. Entrambi europeisti di ferro, ma nel contempo sostenitori in Patria di politiche economiche interventiste, nell’ultimo quadriennio (2018-2021) i premier keynesiani Conte e Draghi hanno restituito all’Italia il prestigio delle imprese strategiche nazionali, pubbliche o a capitale misto.
Ne sono testimonianza il ruolo dello Stato banchiere che, tramite Cassa Depositi e Prestiti, ha concesso finanziamenti ad aziende e famiglie più di quanto abbia fatto ogni altro istituto privato di credito, l’esponenziale crescita intersettoriale di Poste Italiane, cui ricorrono con fiducia milioni di cittadini, nonché la prorompente vitalità di Eni ed Enel, ora attivissimi anche sul fronte delle energie rinnovabili. E che dire dell’intraprendenza d’Invitalia, Impregilo, Terna, Ferrovie, Autostrade-Anas, Arvedi-Ast, Tim e della stessa neonata Ita Airways, sorta sulle ceneri di Alitalia in virtù della mediazione esercitata proprio da Draghi? Alla progressiva espansione di moderne infrastrutture sul territorio (e si spera alla sollecita ricostruzione di case e monumenti a Norcia e nei paesi terremotati) provvede la multinazionale Impregilo, “benedetta” e sostenuta dallo Stato, mentre Invitalia, società per azioni con capitale interamente posseduto dal Ministero dell’Economia, ha compiti di fondamentale importanza per l’auspicata ripartenza del Paese: attrarre investimenti esteri, pubblici e privati, e sviluppare lo spirito d’intrapresa nei soggetti autoctoni più promettenti, supportandone aspirazioni ed ingegnose attitudini operative nei vari settori.
Abbiano pazienza pure gli ex dipendenti Alitalia, ora in cassa integrazione, nonché quanti mostrano scetticismo sulla reale consistenza della nuova compagnia di bandiera, partita con tratte, aerei ed organici comprensibilmente ridotti. Grazie alle pressioni del Governo, sono in corso trattative con partner europei (su tutti Lufthansa) per rafforzarne, già nel 2022, la competitività in campo internazionale. In quanto all’essenziale comparto siderurgico, vanno segnalate le brillanti acquisizioni dei poli di Taranto (ex Ilva), Terni e Piombino da parte di Arvedi-Ast ed Invitalia. Nazionalizzata anche la produzione dell’acciaio, adesso è indispensabile che l’Esecutivo intraprenda una serrata lotta alla disoccupazione, soprattutto volta a far sì che le giovani coppie mettano al mondo eredi capaci d’incrementare l’anèmica popolazione italiana, in costante decrescita. Le stime del Censis prevedono infatti, per l’anno prossimo, che neanche 400.000 saranno i neonati, mentre in Francia, ad esempio, supereranno il milione. Con robusti incentivi economici alle famiglie va sconfitto al più presto il clima di paura e generale sfiducia provocato dal Covid.