Udienza di convalida del divieto di avvicinamento alla donna: per il 36enne, condannato per la morte di Meredith Kercher, era scattato anche il braccialetto elettronico
Nell’interrogatorio di garanzia avvenuto nella mattinata di lunedì 11 dicembre davanti al gip di Viterbo Savina Poli, il 36enne ivoriano Rudy Guede, che per l’omicidio Meredith ha scontato 13 anni di carcere, ora assistito dall’avvocato Carlo Mezzetti, ha respinto ogni accusa relative a presunta violenza sessuale, affermando di non aver mai costretto la ex fidanzata a rapporti sessuali, né di averla mai picchiata.
L’ex compagna 23enne, al contrario, lo accusa di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni.
A proposito Rudy avrebbe inoltre sostenuto che le lesioni evidenziate e documentate dalla ex, se le sarebbe procurate da sola durante gli sport che pratica.
Ma questa tesi è stata respinta con forza dal pm titolare del caso, Paola Conti.
Il magistrato, che assieme al procuratore capo di Viterbo, Paolo Auriemma, per Guede aveva chiesto i domiciliari, ha dato infine parere negativo alla richiesta avanzata dalla difesa dell’indagato di revoca della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna e l’applicazione del braccialetto elettronico.