«Sono emersi elementi – spiega il procuratore Cantone – che consentono di ipotizzare l’esistenza di irregolarità nello svolgimento di alcuni concorsi»
Ieri gli agenti della Guardia di Finanza sono tornati a Palazzo Gallenga, con l’intento di acquisire documenti nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura e coordinata dal procuratore generale Raffaele Cantone su sospetti illeciti commessi nella gestione di alcune procedure concorsuali.
Gli indagati sono in tutto ventitrè: fra loro anche l’ex rettrice, Giuliana Grego Bolli, e la professoressa Strafania Spina (entrambe assisstiti dallo studio legale Brunelli) ora davanti al gup nell’ambito dell’inchiesta sull’esame-farsa di Luis Suarez.
Perché l’indagine attuale sarebbe una “costola“ di quella legata allo scandalo che travolse l’Università per Stranieri nel settembre dello scorso anno.
Sarebbero stati i documenti acquisiti nel corso di quell’inchiesta, in particolare le chat tra i professori, a far ipotizzare agli inquirenti delle irregolarità tali da rendere necessari ulteriori accertamenti.
È la Procura a spiegare che i finanzieri «hanno dato esecuzione a un decreto di acqusizione documentale per l’Università per Stranieri di Perugia e presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nonché di esibizione di atti e documenti, con contestuale informazione di garanzia nei confronti di più soggetti idagati, a vario titolo, per i reati di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e turbata libertà degli incanti». «Sono emersi elementi – spiega il procuratore Cantone – che consentono di ipotizzare l’esistenza di irregolarità nello svolgimento di alcuni concorsi, indetti per l’assunzione di ricercatori e professori universitari». Tra gli indagati figurerebbero almeno altri sette professori, di cui tre dell’Università per Stranieri di Perugia.
Per tutti viene avanzata l’ipotesi di aver messo in atto una rete fittissima di presunti favori che l’accusa “traduce” in ipotesi di reato di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio e turbata libertà degli incanti.
E che lo stesso Procuratore, Raffaele Cantone, ha spiegato nella nota stampa diramata ieri mattina. Per l’accusa infatti, “gli esiti di alcuni concorsi, indetti per l’assunzione di ricercatori e professori universitari, potrebbero essere stati predeterminati, a seconda dei casi, mediante la scelta dei tempi dell’uscita dei bandi, la loro profilazione, l’individuazione di commissari compiacenti ed il controllo di ciascuna fase delle selezioni, fino alla nomina a vincitori dei candidati prescelti, a prescindere da ogni valutazione comparativa e di merito”.