Il Senato ha approvato l’ordine del giorno della maggioranza sul progetto “Casa Italia” presentato in relazione al terremoto che ha colpito il centro Italia il 24 agosto scorso. Prima della votazione, il premier Matteo Renzi aveva spiegato: “Questo lavoro deve essere fatto da tutti insieme”.
A proposito dell'intervento del senatore a vita Renzo Piano, che ha parlato del progetto post terremoto per la messa in sicurezza, il presidente del Consiglio ha osservato: “Un discorso molto bello, di grande respiro, che abbraccia più generazioni e tutto il Paese, non solo la maggioranza, il governo, le singole componenti”. Il senatore Renzo Piano ha detto fra l’altro che si deve “abbandonare il concetto medioevale di fatalità”. “Il terremoto – ha aggiunto – c'è sempre stato in Italia e ci sarà sempre”. Si è appellato al concetto di “natura indifferente”, “né cattiva, né buona”. Però, ha precisato, ci ha consentito di costruire dighe, argini, case per difenderci e allora difendiamoci”.
La soluzione secondo l'architetto e senatore, sono “cantieri leggeri”una possibilità che non bisogna sottovalutare:”Benvenuti nel mondo della contemporaneità”, ha aggiunto e ha spiegato: la “cantieristica leggera” permette di “non dover allontanare le persone dalle proprie case” e “abbassa i costi degli interventi, sia fisici che umani”. Poi è passato a parlare dell'organizzazione come prima necessità per realizzare la sicurezza del paese:”Stiamo parlando di un patrimonio di 10 milioni di case.Patrimonio fatto di borghi che può essere messo in sicurezza”.
Secondo il senatore Lucio Romano, del gruppo Per Le Autonomie, esponente di Democrazia Solidale, “Casa Italia è un progetto ampio per obiettivi e provvedimenti che consente ricostruzione, adeguamento antisismico, investimenti sul dissesto idrogeologico e sopratutto, ragionevole prevenzione a partire dagli edifici pubblici. Un progetto generazionale, cosi' come sottolineato dal senatore a vita Renzo Piano nel suo intervento in Aula”.”La mozione impegna il governo ad orientare la ricostruzione secondo ben precise linee: qualità massima, con rispetto dell'identità dei luoghi e degli edifici; democrazia, attraverso responsabilizzazione delle comunità locali; trasparenza, nella gestione di tutte le risorse e rendicontazione puntuale e continua degli interventi; legalità, mediante meccanismi per il controllo puntuale e continuo delle imprese incaricate dei lavori; equità, ovvero corresponsione del dovuto ai cittadini, alle imprese, agli enti delle comunità colpite. La ricostruzione del tessuto urbanistico – conclude – richiede l'imprescindibile recupero di una profonda coesione sociale, di una 'casa solidale' che valorizzi il capitale sociale in una robusta visione di comunità. Questa è la prima sfida che il terremoto ci impone e che il Progetto Casa Italia richiama”.