Dal prossimo anno, nel Comune di Terni, aumenteranno in maniera vertiginosa le aliquote di Imu e Tari per sanare il buco di bilancio che sta risucchiando Palazzo Spada.
Il nuovo piano di equilibrio verrà discusso, in via definitiva, questo mercoledì ma il cambiamento della tassazione, che scatterà dal prossimo anno, è stato già definito dall’esecutivo e pubblicato sul sito del Comune di Terni.
In una nota si legge che, per quanto riguarda le utenze domestiche, l’incidenza maggiore sarà applicata verso proprietari delle seconde case (terze e oltre) che hanno locato le proprie abitazioni a canone concordato (+29,55%) , mentre relativamente alle utenze non domestiche gli aumenti incideranno in maniera maggiore sui possessori di aree edificabili (+32,56%) e sui detentori degli immobili di categoria D (+31,03%).
L’incremento sulle altre attività commerciali (negozi e laboratori artigianali, ecc.) sarà di circa l’8,5%. Nessun effetto, invece, sui proprietari della prima casa in quanto sono esenti dalla tassazione già ora.
Una stangata pesante che avrà ripercussioni sia sul mercato immobiliare, sia sulla vivibilità di una città che si troverà profondamente colpita da questa manovra, definita dal consigliere comunale Enrico Melasecche, “l’anticamera della disoccupazione e della miseria”.
Palazzo Spada ha però tentato di compensare quest’aumento con la riduzione della Tari, che grazie a dei fondi trovati nel settore dei rifiuti, avrà una diminuzione di circa l’8% a bolletta, ovvero di 13 euro a famiglia.
Soluzione che però non sembra compensare gli altissimi canoni che, cittadini e esercenti, si troveranno a pagare con l’arrivo del nuovo anno. Un circolo vizioso questo che, come dichiarato, da Confesercenti “rischia di dare il colpo di grazia ai commercianti già provati da anni di crisi economica”.