Contro i medici di base che rifiutano di vaccinare i propri pazienti il Codacons ha presentato ieri, lunedì 1 marzo, un esposto a 104 Procure della Repubblica italiane, affinché siano aperte indagini penali sui camici bianchi “ribelli”.
“Il compito di vaccinare contro il Covid i pazienti che rientrano nel piano vaccinale – ha specificato l’associazione – non è una facoltà dei medici di famiglia ma un preciso obbligo a loro carico, cui non è possibile sottrarsi. Da più parti d’Italia giungono tuttavia proteste da parte dei camici bianchi, molti dei quali hanno comunicato la decisione di non vaccinare i propri pazienti ritenendo insufficienti le dosi di vaccino fornite. Una situazione che ritarderebbe l’intero piano vaccinale italiano e potrebbe avere ripercussioni sul piano penale. Rifiutare le vaccinazioni potrebbe costituire infatti ipotesi penalmente rilevanti come l’interruzione di pubblico servizio, e aprire la strada a provvedimenti disciplinari che potrebbero portare i medici ribelli ad essere esclusi dal Servizio Sanitario Nazionale. Per tale motivo con un esposto presentato a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, il Codacons chiede alla magistratura di avviare indagini sul territorio tese ad accertare l’operato dei medici di base e procedere per la possibile interruzione di pubblico servizio nei confronti di coloro che rifiutano di vaccinare i cittadini che ne hanno diritto”.
Il Codacons Umbria ha quindi presentato un esposto alle Procure di Terni e Perugia. Nel frattempo, i professionisti sanitari, congiuntamente, in una lettera indirizzata alla presidente Tesei, hanno chiesto “di potenziare la loro campagna vaccinale”.
Cgil, Cisl e Uil, invece, chiedono un’ “organizzazione partecipata e inclusione per categorie a rischio”.