Tre cittadini al giorni si rivolgono al Tribunale amministrativo, al quale il cittadino si rivolge per ottenere il pagamento da parte del ministero dell’Economia, soprattutto riguardo risarcimenti sulle lentezze della Giustizia.
Nel 2019 sono stati 653 i ricorsi dovuti su 999 i ricorsi dovuti appunto alla eccessiva lentezza dei processi. Il dato è emerso in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar, presieduto da Raffaele Potenza.
Come riassume La Nazione Umbria, il Tar interviene infatti quando la Pubblica amministrazione non ottempera alla sentenza di condanna e, come ha spiegato Potenza a margine della cerimonia, «siamo invasi da queste richieste di ottemperanza. Magari sono seriali ma bisogna sempre leggere e fare provvedimenti; siamo in difficoltà». Proprio la somma dei ricorsi ordinari e quelli sulla legge Pinto ha fatto aumentare il contenzioso e, nonostante la carenza di organico, il Tribunale amministrativo regionale dell’ Umbria riesce ancora ad abbattere l’arretrato, «ma con sempre maggiori difficoltà e un’intensità nei numeri diminuita» avverte Raffaele Potenza, presidente del Tar dell’ Umbria in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Nel corso del 2019 dunque sono stati introdotti 999 ricorsi (quasi tre al giorno), un dato che per il secondo anno segna un incremento formale delle liti, quantificabile nel 53% rispetto all’anno precedente. Dai 999 ricorsi ne possono essere sottratti 653 cosiddetti ripetitivi, come l’ottemperanza delle pronunzie dell’autorità giudiziaria, più che raddoppiati (653) rispetto ai 316 proposti nel 2018. Tolti questi procedimenti il numero netto effettivo per il 2019 è di 346 nuove richieste di giustizia, che equivale ad + 3,28%.
«Pur a fronte della scarsità di forze magistrati e personale, riduciamo l’arretrato ha affermato il presidente Potenza ma in maniera meno intensa del passato (sono 1.486 i ricorsi pendenti), e ci troviamo di fronte all’aumento del contenzioso.
Le materie del contenzioso sono le più spinose, dalla sanità all’ambiente, l’Università e diversi contenziosi interni su concorsi e carriere e l’Asl. Capitolo a parte gli appalti di servizi, appalti e forniture. Al momento non abbiamo ricorsi legati all’inchiesta penale sulla sanità regionale». Il Tar ha emesso 650 provvedimenti collegiali, di cui 408 nel merito delle questioni controverse e 242 che hanno posto fine al giudizio di primo grado per ragioni processuali (giurisdizione, cessata materia, inammissibilità, tardività, improcedi bilità).
Di queste sentenze, 149 hanno deciso ricorsi dell’anno appena trascorso e 65 ricorsi per ottemperanza in materia di legge Pinto. Tra le sentenze di merito prevalgono di gran lunga gli accaglimenti (296) rispetto ai rigetti (112). Altri 123 ricorsi sono stati trattati con decreto decisorio, portando il numero finale dei procedimenti definiti a 773, contro i 738 decisi nel 2018. Entro il mese di giugno di quest’anno, infine, saranno conclusi tutti i ricorsi depositati prima del 2017.