Dietrofront del Governo che con un nuovo decreto esclude le aree del cratere dai tagli delle agevolazioni edilizie
Dietrofront del Governo sul Superbonus: resta per le aree oggetto di eventi sismici.
La cessione del credito e lo stop allo sconto in fattura resteranno per gli immobili danneggiati dai terremoti di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria del 2009 e a far data dal 24 agosto 2016.
È quanto ha assicurato al termine di una giornata di lavoro al Ministero dell’Economia, in raccordo con la Presidenza del Consiglio, Lucia Albano sottosegretario al Mef con delega alla ricostruzione post-sisma, confermando dunque che lo stop alla misura che sfonda i conti dello Stato non riguarderà le aree terremotate.
Qualche giorno fa in Cdm c’era stato il “sì” al decreto legge destinato a cancellare completamente il Superbonus. Ma ora il Governo ha fatto dietrofront e deciso che la cessione del credito e lo stop allo sconto in fattura resteranno per le aree danneggiate dal sisma.
Nello specifico l’ultima bozza dice che la deroga “trova applicazione nel limite di 400 milioni di euro per l’anno 2024 di cui 70 milioni per gli eventi che fanno riferimento al terremoto del 2009 di Umbria e Marche”.
La frenata del Governo aveva addirittura costretto gli architetti della provincia di Perugia a sospendere la consegna dei progetti in “attesa di una necessaria e ormai fondamentale chiarezza sulle procedure da applicare”.
“Il rischio – come aveva sottolineato anche lo stesso Ordine degli Architetti – era che i cittadini sarebbero stati costretti a reperire personalmente le somme necessarie o a lasciare i lavori incompleti”.
Dopo il varo del Decreto Legge che stabiliva lo stop al superbonus, si era aperta una animata discussione sul rischio che la normativa sullo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito, potesse bloccare la ricostruzione delle aree colpite dal sisma.
Tanto che anche la presidente dell’Umbria, Donatella Tesei, fra le prime ad attivarsi, aveva lanciato un appello al Governo, affinché non cancellasse la misura per i paesi colpiti dal sisma.
“Ci siamo immediatamente operati per cercare di tutelare la ricostruzione nella zona del cratere che è sempre stata una delle priorità del nostro mandato e la netta accelerazione che ha avuto negli ultimi anni ne è dimostrazione tangibile” – afferma, non nascondendo la sua soddisfazione, rispondendo all’Ansa, la governatrice dell’Umbria.
Allarme rientrato, dunque, con i 140 comuni del cosiddetto cratere – Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche – che prima dell’uscita del Mef non avevano nascosto la rabbia, parlando di un “colpo mortale” alla ricostruzione e di un freno alla ripartenza dei quei territori devastati dai terremoti del 2009 e del 2016.