Gli infermieri sono passati alle vie legali. Chiedono e pretendono che sia rispettata la legge che prevede i rimborsi relativi al cambio camice.
Si parla di una cifra non indiffereente di 16 milioni che viene rivendicata al sistema sanitario regionale.
Dunque, come riporta oggi il Corriere dell’Umbria, è stato presentato un ricorso collettivo, partito da Perugia e capitanato dal Cub, sindacato degli infermieri. Oggetto: riavere indietro i soldi per i tempi del cambio camice mai conteggiati negli orari di lavoro.
Quindici dipendenti dell’Usl 1 hanno vinto la causa in via definitiva, due anni fa, riavendo indietro una media di quattromila euro a testa. Sono circa quattromila (dato della Regione) gli infermieri in Umbria che potrebbero attivare la stessa procedura. Ossia la via legale.
La direzione regionale Sanità, al Broletto, fa sapere che il tema è oggetto di confronto con i quattro commissari delle due Asl e delle due aziende ospedaliere. Il sindacato autonomo Cub è già stato promotore, con esito favorevole, del ricorso dinanzi al Tribunale di Perugia – sezione Lavoro – “per il cambio divisa finito con la sentenza numero 200/2017 confermata dalla Corte d’Appello consentenza passata in giudicato (186/2018), con cui è stato riconosciuto come tempo di lavoro il tempo necessario per effettuare il cambio divisa (10 minuti) condannando dell’Azienda sanitaria Usl Umbria 1 a corrispondere la retribuzione dovuta per ciascun turno di lavoro a decorrere dal 1 gennaio 2007.