L’artista bolognese pronto a patteggiare avrebbe già regolarizzato la sua posizione con l’Erario
C’è anche il celebre cantautore bolognese Andrea Mingardi tra i 36 imputati a cui la Procura della Repubblica di Perugia contesta il reato dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
Il nome dell’artista, 83 anni, si può leggere nell’atto attraverso il quale il magistrato Gianpaolo Mocetti ha chiesto il rinvio a giudizio di 36 persone.
A fronte della contestata evasione di Iva e Irpef di circa 100mila euro, Mingardi ha provveduto a regolarizzare la sua posizione con l’Erario, riferisce il difensore Riccardo Carboni, tanto da ottenere il parere favorevole della Procura alla richiesta di patteggiamento.
Al centro dell’indagine c’è un eugubino, M.T. di 64 anni, titolare di un’azienda di servizi, che, secondo l’accusa, avrebbe emesso fatture per operazioni “oggettivamente” inesistenti a favore di numerosi soggetti che avrebbero così giovato della detrazione indebita di Iva che complessivamente, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza ammonterebbe a circa 400mila euro, per un giro di affari di circa 1,8 milioni di euro, attestato da 700 fatture emesse nel corso di otto anni, dal 2013 al 2020.