Per una sentenza sul contenzioso della ricostruzione di Giove
Il Comune di Valtopina rischia il default per una condanna arrivata dopo la sentenza sul contenzioso della ricostruzione di Giove.
La sentenza di primo grado, ma esecutiva, costringe il Comune di Valtopina a pagare quasi un milione di euro nei confronti delle ditte e dei progettisti di Giove, la frazione al centro delle problematiche legate alla ricostruzione post terremoto ’97 per diversi anni.
Tale sentenza risale ai primi mesi del 2022, e costringe al pagamento di circa un milione di euro per l’ultimo stato di avanzamento dei lavori dovuti all’impresa protagonista dei lavori.
Il gruppo “Torre”, quello dell’ex sindaco Lodovico Baldini, era intervenuto sui social lo scorso giugno, rimettendo in ordine i tasselli della storia.
Il neosindaco Gabriele Coccia, interpellato dal Corriere dell’Umbria, riferisce di incontri con gli avvocati e la Regione, per risolvere la questione ed evitare il dissesto.
Come scrive oggi il quotidiano, nell’articolo a firma di Alessandro Antonini: “Il casus belli risale al 2011, quanto la Provincia di Perugia, incaricata dalla Procura, aveva ordinato l’immediata sospensione dei lavori “ritenuta la non conformità delle opere eseguite alla normativa antisismica e successivamente, tra il giugno e il luglio 2012, la Procura aveva disposto il sequestro dell’intera frazione di Giove, con una relazione tecnica nella quale si evidenziavano irregolarità nel progetto e nelle opere realizzate. Novatecno era subentrata a una prima ditta, uscita di scena dopo un lodo arbitrale sempre per vizi e difformità di alcuni interventi. Il caso è diventato nazionale, se ne sono occupati tutti i media ed è finito anche a Striscia la notizia.
E’ iniziata così la contesa civile, con il Comune che chiede il risarcimento danni a società e progettista. Questi ultimi invece (Ingegneri spa e Guidetti rappresentati dagli avvocati Giovanni Picuti e Costanzo Frattin,Novatecno dall’avvocato Mario Busiri Vici) hanno chiesto a loro volta il pagamento dei lavori eseguiti, più danni e interessi. Alla fine è arrivata la sentenza di condanna per il Comune, difeso dall’avvocato Alarico Mariani Marini. Che, fa sapere il neoeletto sindaco Gabriele Coccia, andrà in appello, stando a quanto deciso dal commissario tra ottobre e giugno scorsi. Al momento, spiega ancora Coccia, è in fase di quantificazione la somma da versare. “Sto portando avanti incontri programmati con avvocati e Regione per risolvere la situazione ed evitare il dissesto del Comune”, ha riferito Goccia al Corriere dell’Umbria.
Il suo predecessore, Ludovico Baldini (che è stato sfiduciato e poi si è andati a commissariamento), ha vissuto da vicino l’evolversi della vicenda. In Comune oggi è all’opposizione ha presentato un’interpellanza in cui chiede “come si intende procedere per far fronte alla grave situazione creatasi dopo la sentenza del tribunale di Perugia che obbliga lo stesso Comune di Valtopina a far fronte a un pagamento molto difficile da sostenere”. Si chiede ancora “con quali sistemi si intende porre rimedio alle conseguenze di tale sentenza figlia di scelte passate che mettono oggi a rischio i conti del nostro bilancio ed il futuro del nostro paese”. Il gruppo Torre Valtopina su Fb rincara. “La sentenza è di primo grado, ma è esecutiva e intanto il Comune dovrà pagare I milione di euro, con tutte le conseguenze del caso. Era proprio necessario procedere nei confronti dell’impresa? Non c’erano altre soluzioni per proteggere meglio il Comune e i suoi cittadini?”.