L’uomo è stato bloccato dalla Polizia e disarmato della sega da falegname che aveva in mano
Brutta avventura ha visto protagonisti dei giovanissimi perugini, che sabato sera, intorno alle 22, lungo la linea Perugia-Resina, si erano permessi di difendere una ragazza molestata sull’autobus.
L’aggressore è tornato con una sega da faleganme in mano seminando il panico nel gruppetto di giovani, una decina di ragazzi, tra i 17 e i 19 anni, compresa una ragazza. Stavano tornando a casa dopo una serata in centro e avevano preso l’autobus al Pincetto. Sul mezzo pubblico c’era anche un altro passeggero, un uomo italiano sui 45 anni, che ha iniziato a dare fastidio alla ragazza. Attenzioni che hanno fatto scattare la difesa del gruppo. Ne è nato subito un parapiglia dentro il pullman, tanto che il conducente è stato costretto ad accostare in zona Sant’Erminio e a chiamare la polizia. Le porte del mezzo si aprono e l’uomo scende di corsa e scappa. La giovane si sente male, l’autista chiama anche l’ambulanza. La ragazza ha una crisi di panico, è asmatica e non ha con sé il nebulizzatore. E’ l’autista di Busitalia a prendersi cura di lei, la ragazza gli sviene tra le braccia. La adagia a terra sul marciapiede con uno zaino sotto la testa per farla riprendere. Sono tutti ignari del fatto che il peggio deve ancora avvenire. Iniziano a sentire delle grida, sempre più forti che si avvicinano.
Come riporta La Nazione è l’aggressore che tornato indietro a grandi falcate gli si avvicina urlando; bestemmia, grida frasi senza senso: in mano ha una sega da falegname. I giovani sono terrorizzati. In lontananza si sentano le sirene delle volanti. Gli agenti scendono al volo ed entrano in azione ma l’uomo si scaglia anche contro di loro. Riescono a bloccarlo e a sfilargli l’arma.
L’aggressore ormai è neutralizzato ma completamente in preda all’ira “la sega è di mio padre la rivoglio! Fatemi una foto”. Grida al gruppo di ragazzi che riprendono la scena con i loro cellulari. L’uomo viene portata via. La giovane è già stata presa in cura dai medici del 118 nel frattempo arrivati sul posto. La scena è illuminata solo dalle luci blu dei lampeggianti. Il gruppo viene invitato a risalire sull’autobus e scortato da una volante il mezzo si rimette in marcia ma stavolta si cambia fermata: il capolinea è la Questura di Perugia dove tutti devono raccontare il terrore passato davanti ai loro occhi. E – ritengono i poliziotti – anche impressionato nei frame dei telefonini e delle telecamere di zona.
Tutto materiale che verrà visionato nell’ambito degli accertamenti che porteranno l’autorità giudiziaria pronunciarsi nei confronti dell’uomo, già identificato.