Per loro l’accusa è di truffa in concorso in relazione alle presunte irregolarità legate alle tasse d’iscrizione di studenti provenienti dalla Cina
Per quelle tasse mai finite nelle casse dell’Università per Stranieri di Perugia, tanto da generare una voragine da quasi 4 milioni di euro, in cinque sono stati rinviati a giudizio, per 4 di loro l’accusa è di truffa, per il direttore generale dell’epoca ci sono anche le contestazioni relative a dei falsi.
Sono stati rinviati a giudizio dal Gup del Tribunale di Perugia l’ex direttore generale dell’Università per stranieri di Perugia Cristiano Nicoletti, un altro funzionario dell’Ateneo e due cittadini cinesi.
Per loro l’accusa è di truffa in concorso in relazione alle presunte irregolarità legate alle tasse d’iscrizione degli studenti, provenienti dalla Cina, dei corsi di lingua relativi ai progetti Marco Polo e Turandot nel periodo 2014 – 2018, quando rettore dell’Ateneo era Giovanni Paciullo.
Dalla vicenda, scoperta e denunciata dalla ex rettrice Grego Bolli e dall’ex direttore Generale Olivieri, sono originate contestazioni di truffa, a carico di Cristiano Nicoletti e Fabrizio Focolari, all’epoca dei fatti rispettivamente direttore generale e responsabile dell’ufficio relazioni internazionali, e di due cittadini cinesi, Yin Liu e Delong Zeng, rappresentanti dell’agenzia di intermediazione Grifone International, difesi dall’avvocato Leonardo Orioli.
A questo reato, si aggiungono quattro ipotesi di falso addebitate al solo Nicoletti e relative alla predisposizione dei bilanci dell’Ateneo.
Oltre all’Università per stranieri, nel processo si sono costituiti parte civile la ex rettrice Grego Bolli, assistita dallo studio legale Brunelli, e Maurizio Olivieri, assistito dall’avvocato Francesco Falcinelli, per ottenere il risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, subiti in conseguenza dei reati addebitati a Nicoletti e Focolari.
Olivieri, a sua volta, è stato rinviato a giudizio per l’ipotesi di minacce nei confronti di una dipendente che, secondo l’accusa, sarebbe stata spinta ad assumersi la responsabilità delle procedure non corrette.