La cassa integrazione nel periodo Covid è cresciuta dell’800 percento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Come riporta Il Corriere dell’Umbria, il dato, che parla anche di 81 milioni di reddito andati in fumo, emerge dalle stime contenute nel rapporto Ires, presentato ieri mattina a Perugia.
“A una contrazione del Pil che si aggira tra 1,5 e 2 miliardi di euro (concentrata in alcuni dei settori manifatturieri portanti per l’Umbria, come il tessile-abbigliamento, la metallurgia, i mezzi di trasporto, le costruzioni, la ristorazione, le attività culturali, etc.) si sovrappone una crisi occupazionale estremamente grave, che si compone da una parte della forte riduzione del lavoro a termine (in provincia di Perugia tra gennaio e maggio 2020 si stima una contrazione del 28,8%) e dall’altra del ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali.
Al 30 giugno – riferisce l’Ires Cgil – erano oltre 28 milioni le ore tra cassa integrazione e fondi di solidarietà autorizzate, con un incremento rispetto al 2019 dell’800%. “Numeri dietro ai quali – come ha sottolineato Fabrizio Fratini nella sua presentazione – troviamo le sofferenze e le difficoltà di circa 27mila lavoratrici e lavoratori umbri che hanno subito una contrazione di reddito fortissima, pari complessivamente a circa 81 milioni di euro”.
“Il quadro descritto dalla nostra Ires Cgil, che rischia di aggravarsi ulteriormente se si darà il via libera ai licenziamenti, ci pone di fronte ad un’urgenza senza precedenti e all’assoluta necessità di non sbagliare cura” ha detto il segretario della Cgil umbra, Vincenzo Sgalla.