Mentre sui ‘grandi giornali’ si parla spesso e volentieri di grande velocità in Umbria i pendolari parlano invece di tariffe salate per un servizio scadente e quasi mai puntuale
“La carta tutto treno dell’Umbria è tra le più care d’Italia”, è quanto afferma il comitato viaggiatori di Spoleto che raggruppa circa 200 pendolari che si servono abitualmente della stazione locale.
Basta guardare le tariffe applicate dalle altre regioni italiane per capire come dei pendolari non frega proprio niente, ma si vagheggia di un’improbabile fermata dell’alta velocità. In Umbria, rispetto al resto d’Italia, le cifre definite con la delibera della giunta regionale 228 del 25 febbraio parlano chiaro, bisogna sborsare 350 euro, mentre in Liguria, ad esempio, il ,costo annuale della carta è di 180 euro, comprensiva di Frecciabianca, Intercity e treni EcThello in tratta interna. In Toscana, Frecciabianca e Intercity diurni e notturni a 150 euro (per tratte inferiori ai 100 chilometri), che salgono a 250 euro se i chilometri sono più di 100. Nelle Marche, 150 euro per Frecciabianca e Intercity per tratte superiori ai 60 chilometri, altrimenti si scende a 130 euro. In Piemonte, infine, il costo è di soli 120 euro.
In Umbria, invece, il costo annuale è di 350 euro per Frecciabianca e Intercity per tratte superiori a 100 km (altrimenti 175 euro, per redditi con Isee equivalente o inferiore a 25 mila euro) o di 306 euro l’anno per i soli Intercity (149 euro per distanze inferiori ai 100 chilometri).
“Invece di attrarre e ancorare al territorio persone che lavorano fuori Regione e che pagano le tasse in Umbria, si sta disincentivando la possibilità di rimanere a vivere nella nostra Regione”, denuncia il comitato. “Inoltre, per qualche oscuro problema burocratico, la stazione di Spoleto non è più autorizzata ad emettere la carta e si costringono gli abitanti del territorio e della Valnerina a recarsi in altre città”.