Amatissimi dai visitatori stranieri ma spesso denigrati da noi italiani, i bellissimi borghi medievali dello Stivale sono un vero e proprio patrimonio culturale della nostra nazione, da visitare, apprezzare e valorizzare il più possibile.
Dalle montagne al mare, dalle pianure alle colline, il nostro splendido paese è costellato di luoghi magici dal fascino antico: paesini incantati immersi nella natura e abitati da poche persone, in grado di trasmettere serenità e far vivere qualche ora di gioia lontano dal trambusto cittadino.
In più, si tratta dei luoghi ideali dove conoscere da vicino lo stile semplice della vita d’altri tempi e approfondire in prima persona l’affascinante storia medievale d’Italia.
Sono concentrati in Umbria i borghi più belli d’Italia. La regione è prima nella classifica nazionale dell’associazione con 28 piccoli paesini che si sono potuti fregiare del titolo che viene assegnato dopo un’attenta analisi, tenendo conto di numerosi fattori e requisiti come la qualità architettonica, la valorizzazione dei beni artistici e culturali, lo sviluppo e la promozione.
Fanno parte dei borghi più belli d’Italia, Acquasparta, Allerona, Arrone, Bettona, Bevagna, Castiglione del Lago, Citerna, Corciano, Deruta, Lugnano in Teverina, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Montecchio, Montefalco, Monteleone d’Orvieto, Monteleone di Spoleto, Montone, Norcia, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Preci, San Gemini, Sellano, Spello, Torgiano, Trevi, Vallo di Nera.
Questa mattina, dalle 10 alle 14, si svolgerà all’Hotel Posta Donini, a San Martino in Campo (Perugia) l’assemblea nazionale dell’Associazione I borghi più belli d’Italia cui sono chiamati a partecipare quasi duecento sindaci da tutto il territorio nazionale.
L’iniziativa è nata dall’esigenza di valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani quando questi, per la grande parte, erano emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti. In venti anni è cambiato il mondo, soprattutto a causa della pandemia che ha destato un interesse quasi maniacale per paesini più piccoli, spesso isolati e immersi nel verde, dominati dal silenzio e da tradizioni in altre parti scomparse.
Una nuova tendenza, che il presidente Primi conferma essere diffusa in tutta Italia, che sta rendendo ancora più prezioso il lavoro fatto in questi anni dall’associazione per garantire – attraverso la tutela, il recupero e la valorizzazione – il mantenimento di un patrimonio di monumenti e di memorie che altrimenti sarebbe andato irrimediabilmente perduto.