di Allberto Laganà. 50ina di vittime morte misteriosamente perché sapevano verità scomode. Qualcuno ha ancora la memoria buona e ricorda particolari che collidono con le varie narrazioni.
Quello che ho incrociato io casualmente durante una crociera è un ex funzionario della Regione Sicilia che si trovava in vacanza in Calabria all’epoca dei fatti. Questo il suo racconto e le sue ipotesi: ‘mi trovavo sulla Sila ed all’orizzonte è apparso un Mig inseguito da un Phantom israeliano e poco dopo l’aereo libico ha avuto la peggio.
“I servizi segreti di parecchi paesi sapevano che la Francia forniva uranio all’Iran (sembra anche tramite voli privati) e la Libia forniva assistenza aerea, cosa che non era gradita né agli Usa e né ad Israele da qui la ‘guerra’ svoltasi sul Tirreno e conclusasi con l’abbattimento del volo Itavia”.
Naturalmente i sistemi radar italiani hanno registrato tutto, ma per una ragione o l’altra i tracciati non si sono ritrovati o i radar erano ufficialmente guasti. Alcuni tecnici poi sono misteriosamente deceduti.
Questo testimone ha usufruito anche della protezione testimoni per poi defilarsi per non fare la fine, a suo dire, di altri 48 ‘suicidati’ o vittime di strani incidenti compresi i 2 piloti delle frecce tricolori a Ramstadt.
Continuiamo la narrazione:”quando ho denunciato la cosa ai carabinieri sono stato invitato dopo qualche giorno a cambiare versione. Mi ha sentito anche una commissione d’inchiesta a Torino sulla strage ma anche lì mi dissero che mi ero sbagliato e solo dopo è stato scoperto che la commissione era infiltrata dal Mossad.”
Che l’areo sia caduto per un missile o come sembra attualmente per una manovra pericolosa compiuta da un Mirage francese poco importa, resta il fatto che ai servizi segreti italiani è stato imposto di tacere e così è stato per 40 anni e lo è ancora oggi.
Restano solo tante vittime innocenti per vicende che sono passate sopra le loro teste e la constatazione che l’Italia è un Paese a sovranità limitata.