Sergio Sottani da ieri è il nuovo Procuratore generale della Corte d’Appello di Perugia, dove raccoglie l’eredità di Fausto Cardella andato in pensione a maggio. Il magistrato è stato nominato dal plenum del Consiglio Superiore della Magistratura con 16 voti a favore e tre astenuti.
In passato Sottani è stato anche procuratore capo di Forlì e pm proprio a Perugia, ma anche giudice per 20 anni.
Attualmente era pg ad Ancona.
Perugino, 63 anni, Sottani, in magistratura da oltre 30 anni, ha condotto grandi inchieste. Una delle più note è quella che lo ha portato ad indagare sul G8 e su presunti illeciti nella gestione degli appalti dei Grandi Eventi.
Tra i coinvolti, l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso e l’ex ministro Claudio Scajola.
Recentemente in Romagna ha nuovamente acceso i riflettori sul caso-Pantani e scoperchiato il drenaggio di soldi dall’Italia a San Marino (22 miliardi di euro in otto anni).
Alla cerimonia di insediamento hanno partecipato i procuratori di Perugia, Raffaele Cantone, e di Spoleto, Alessandro Cannevale, nonché rappresentanti degli Organismi degli avvocati.
Nell’occasione Sottani ha affermato: «In un momento di grande difficoltà la magistratura deve dare una immagine assolutamente trasparente e di “credibilità” senza nessuna possibilità, ammesso che ci siano stati in passato, di cedimenti di qualsiasi genere» -ha detto il nuovo procuratore generale di Perugia durante un incontro online con la stampa.
Sottani ha citato la “questione morale” tra gli obiettivi del suo impegno, insieme al problema dell’edilizia giudiziaria e al “giusto processo”, con procedimenti “tendenzialmente celeri e vedere di evitare al massimo le prescrizioni, soprattutto in dibattimento”. Poi, citando un poeta libanese maronita Gibran, ha detto «La tempesta disperde i fiori ma non distrugge i semi. Ecco, in questo momento noi dobbiamo seminare, sia perché, ragionando in termini di prossimi anni, c’è un piano di rinascita e resilienza che riguarda anche la giustizia, sia perché dobbiamo seminare sotto il profilo della professionalità, della nostra assoluta trasparenza nelle condotte e, su questo, abituarci sempre di più a rendere conto». «San Bernardino da Siena – ha concluso Sottani – diceva che le persone hanno due orecchie e una bocca: noi dovremmo ricordarci che siamo più adatti ad ascoltare che a parlare». Ha sottolineato l’obiettivo di lavorare «di squadra, con i procuratori, con il personale amministrativo, una componente essenziale che purtroppo in Umbria come in altre regioni manca, e dialogando con l’avvocatura». Si è detto «molto felice del suo ritorno nel capoluogo umbro, e pronto a lavorare sulle criticità a cominciare dal problema dell’edilizia giudiziaria. Ha ricordato come il progetto della Cittadella giudiziaria è un tema di cui si dibatteva anche quando lui rivestiva il ruolo di sostituto procuratore a Perugia». Altro tema affrontato è stato quello della comunicazione, «fondamentale anche per rendere conto della nostra attività. L’obiettivo è ambizioso: “sapere comunicare la giustizia”».