Amanda Knox ha presentato un ricorso contro l’Italia alla Corte europea dei diritti umani, per chiedere il riconoscimento della violazione dei propri diritti difensivi nell’indagine sull’omicidio di Meredith Kercher. La decisione è attesa nei prossimi mesi.
Al centro del ricorso, l’interrogatorio – il cui verbale è stato acquisito dalla Corte europea – cui venne sottoposta Knox in questura tra il 5 e il 6 novembre del 2007 per il quale è stata rilevata una “palese lesione” dei diritti difensivi. Come attestato anche dalla Cassazione in fase cautelare.
Gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luciano Ghirga, difensori dell’americana, hanno impugnato la prima decisione della Cassazione che annullò la sentenza di assoluzione decisa in secondo grado rendendo invece definitiva la condanna per calunnia inflitta alla sola giovane americana.
Knox, nel ricorso a Strasburgo ha affermato poi che il suo diritto a un equo processo è stato violato perché “non è stata informata in tempi brevi in una lingua a lei comprensibile…”.
La Corte, dopo uno scambio di memorie con i difensori della Knox e con gli Organismi italiani, ha dichiarato chiuso il procedimento riservandosi la decisione.
Knox e Raffaele Sollecito sono stati definitivamente assolti per il delitto della studentessa inglese, compiuto a Perugia.