di Francesco Castellini – Li chiamano “semafori intelligenti”, ma ad essere generosi sarebbero da catalogare come strumenti “idioti” messi al servizio di una amministrazione “furba” senza scrupoli, che pur di fare cassa non si arresta davvero davanti a nulla. Che sia una giunta rossa, gialla o verde è uguale.
A Perugia al 10 ottobre sono state comminate 6.060 multe agli automobilisti che si sono permessi di sfidare il segnale di divieto. Molti di loro hanno oltrepassato il limite convinti che fossero nel giusto, non facendosi per nulla intimidire dal colore intermedio, ma si sa i tempi di tolleranza di queste infernali macchinette sono minimi, e finire fotografati con tanto di luce rossa affiancata alla targa è un attimo.
E così si continua ad infierire sui poveri automobilisti, ancora una volta considerati alla stregua di bonarie vacche grasse da “mungere” senza ritegno. E sapere che il numero delle ammende da sempre è perfettamente in linea con la media annuale che si aggira sulle 8 mila infrazioni rilevate con i sistemi automatici, fa capire che da parte dell’amministrazione attuale non c’è alcuna tolleranza né presa di coscienza del fenomeno rilevato.
Sparsi in tutta la città gli impianti semaforici controllati con Photor&V sono 12, e stanno lavorando indefessamente da un decennio.
Fanno in media al giorno 21 multe appioppate. E c’è poco da protestare. Ogni difesa è inutile: con l’infrazione immortalata in due immagini non c’è giudice di pace che tenga.
A queste poi vanno aggiunte le 790 le multe fatte con speed check e telelaser. In questo caso entra in gioco l’autovelox in dotazione alla polizia municipale che viene spostato e usato per due tipologie di controlli. Può finire negli speed check, le colonnine arancioni spuntate come funghi finché hanno raggiunto il numero di 50.
Oppure viene installato su un cavalletto e usato in modalità telelaser.
Negli ultimi mesi anche su questo fronte si è rilevata un’intensificazione dei servizi. Ma attenzione, a tutti gli automobilisti va ricordato che per far sì che la contestazione sia legittima serve la presenza di un vigile che sorvegli il regolare funzionamento dell’apparecchiatura, poi scaricherà le immagini in ufficio (nel caso del telelaser invece l’auto viene fermata: deve esserci la contestazione immediata).
Sta di fatto, che fra uno scatto “ricordo” e un altro i “souvenir” per il Comune rappresentano decisamente un introito irrinunciabile.
Basti dire che nel bilancio di previsione comunale le multe valgono 6 milioni di euro, e dunque chissenefrega se il giallo dura meno dei canonici 4 secondi con cui dovrebbe essere tarato lo stupido semaforo…