Due giovani sono stati denunciati dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto nel pomeriggio di sabato. I due sono stati notati da una pattuglia della Squadra Volante lungo le strade di un quartiere periferico mentre stavano riponendo dei volantini pubblicitari nelle cassette della posta di alcune abitazioni.
Gli agenti sono intervenuti e nel corso del controllo hanno accertato che i giovani, incuranti dei divieti previsti dai Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, emanati nei giorni scorsi per limitare gli spostamenti del cittadini a causa dell’emergenza coronavirus, a bordo della propria auto erano partiti da Perugia ed erano arrivati ad Orvieto dove avevano iniziato a svolgere questa attività, che non rientra quelle consentite dalle disposizioni vigenti.
Un viaggio che non andava fatto e che costerà caro ai due: denunciati per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità (articolo 650 del codice penale), ora rischiano l’arresto fino a tre mesi o una ammenda di 206 euro. Di quanto accaduto il Commissariato di Orvieto ha redatto una comunicazione di notizia di reato con la quale è stata informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni.
Salgono così a 36 le persone denunciate, tra le 2.480 controllate dal 12 marzo, per la violazione dei DPCM del’8, 9 e 11 marzo, mentre gli esercizi commerciali controllati sono stati 962: è questo il primo bilancio dei controlli disposti con ordinanza di servizio dal Questore di Terni, all’esito delle indicazioni del tavolo permanente, presieduto dal Prefetto Emilio Dario Sensi, a cui partecipano attivamente i comandanti provinciali dell’Arma dei Carabinieri Davide Rossi e della Guardia di Finanza Livio Petralia, il Sindaco di Terni Leonardo Latini e il Sindaco di Narni Francesco De Rebotti, in qualità di Presidente dell’ANCI Umbria.
Una ulteriore ordinanza è stata emanata questa mattina dal Questore, finalizzata all’osservanza delle disposizioni riguardanti le medie e grandi strutture di vendita degli esercizi commerciali, al fine di verificare il rispetto delle misure di contenimento del COVID-19 all’interno di tali luoghi; in particolare, evitare l’assembramento nelle strutture e che vengano rispettate le prassi dettate dalle autorità sanitarie, relativamente all’uso dei dispositivi di protezione individuale, da parte del personale addetto.