– di Adriano Marinensi
Cercando date di avvenimenti importanti, ogni mese presenta ricorrenze di qualche rilievo. Negli “annali” antichi e in quelli moderni. Nella storia della romanità, vi è un periodo durante il quale alcuni Imperatori finirono assassinati. Nel V secolo d. C., a Roma comanda Valentiniano III, uomo corrotto e dispotico. Il Prefetto Petronio Massimo, al quale aveva sedotto la moglie, lo fa uccidere, il 16 marzo del 455. Qualche secolo prima, nel marzo del 37 d. C., è diventato Imperatore Caligola, così chiamato per i sandali militari indossati abitualmente. Succede a Tiberio morto ammazzato perché, malato com’era, non si decideva a morire. Despota stravagante e osceno, Caligola viene ucciso da alcuni soldati della guardia pretoriana. Nominò senatore il suo cavallo. Valentiniano, Tiberio e Caligola, tutti kaput. Al pari di Giulio Cesare, caduto sotto le pugnalate di Bruto e compagni di congiura, alle idi di marzo del 44 a. C. Ma quella di Cesare è storia che, a scuola, abbiamo imparato a memoria.
Andiamo di corsa avanti, sino al marzo 1227, quando viene eletto Papa, con il nome di Gregorio IX, il conte Ugolino di Segni. E’ ricordevole per aver strenuamente avversato Federico II, contro il quale promosse addirittura una Crociata. Un Pontefice che scomunica il Capo del Sacro Romano Impero e chiama contro di lui i Principi europei della cristianità, merita una notizia in prima pagina. Federico II di Svevia era italiano d’origine per essere nato a Iesi. E’ famoso per la figura storica, per l’eminente cultura e per essere stato protettore degli artisti (lo chiamarono stupor mundi).
Il 9 marzo 1513, a Roma, gli Imperatori non ci sono più da un bel pezzo. Quel giorno sale sul soglio di Pietro Leone X, Giovanni de’ Medici che sarà seguito da suo cugino Giulio con il nome di Clemente VII, altro Medici. Insomma, un doppio Papato di famiglia, tra i parenti stretti di Lorenzo il Magnifico, uscito indenne dalla Congiura dei Pazzi (aprile 1478), immortalata in un dipinto dal Botticelli. Leone X è quello dell’ “indulgenza plenaria”, in remissione d’ogni peccato, ch’era possibile ottenere versando un sostanzioso obolo nelle casse della Chiesa. Fece arrabbiare il monaco Martin Lutero che lo ritenne un “mercimonio” e scatenò la Riforma protestante.
Ma, veniamo ai mesi di marzo del mondo moderno. L’evento di maggiore rilievo, porta la data del 1944. La immane tragedia inizia con l’attentato di Via Rasella, a Roma, organizzato dai Gruppi di Azione Patriottica (GAP). Nel comunicato emesso subito dopo dai nazisti si legge: “Nel pomeriggio del 23 marzo 1944, elementi criminali hanno eseguito un attentato contro una colonna tedesca. In seguito a questa vile imboscata, 32 uomini della polizia tedesca sono stati uccisi. Il Comando ha ordinato che, per ogni tedesco ammazzato, 10 criminali comunisti badogliani siano fucilati”. L’ordine venne eseguito, il giorno dopo, da Herbert Kappler, massacrando 335 innocenti alle Fosse Ardeatine dove oggi si trova il Sacrario a ricordo del loro sacrificio. Il criminale nazista si rese autore della “beffa di ferragosto” del 1977, quando fuggì dall’Ospedale Celio di Roma dentro la valigia della moglie Annelise. Almeno questo ci fecero credere i custodi volutamente distratti.
Di nuovo marzo, il 16 del 1978, a Roma, in Via Fani, le Brigate rosse rapiscono Aldo Moro e uccidono i cinque uomini della scorta. E’ tra le azioni di maggiore drammaticità durante gli anni di piombo. Quasi un atto di guerra: da parte degli assalitori furono usate 6 armi diverse e sparati più di 90 colpi. Iniziò il calvario durato 55 giorni, che tenne in angoscia l’intero Paese, le indagini più o meno segrete, i sopralluoghi inutili, i comunicati deliranti dei rapitori, gli irriguardosi dibattiti politici tra i favorevoli ed i contrarti alla trattativa per la liberazione dell’ostaggio.
Alla fine, il 9 maggio, una voce disse al telefono: “Parlo a nome delle Brigate rosse. Devo comunicare alla famiglia che il corpo di Aldo Moro si trova in Via Caetani, seconda traversa a destra di Via delle Botteghe Oscure (dov’era la sede nazionale del Partito comunista, n.d.a.), dentro una Renault rossa.” La sentenza di morte, emessa dal sedicente “tribunale del popolo”, aveva aggiunto una vittima alle cinque di Via Fani. Questi i nomi di alcuni dei principali brigatisti chiamati in causa durante i processi che seguirono: Mario Moretti, Valerio Morucci, Adriana Faranda, Prospero Gallinari, Barbara Balzarani, Laura Braghetti, Franco Bonisoli.
A Roma, sempre Roma, il 17 marzo 1976, muore il grande regista Luchino Visconti. E’ l’autore di film che hanno lastricato di capolavori la strada del cinema. Basta ricordare, per esempio, Bellissima con Anna Magnani, Senso con Alida Valli, Il Gattopardo, dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, protagonisti Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale. Diresse in teatro attori del calibro di Gassman, Stoppa, Mastroianni ed alla Scala, Maria Callas ne La Traviata.
Altro evento da annoverare tra le cronache di marzo, è l’assassinio del giornalista Carmine Pecorelli, detto Mino, direttore – editore della rivista Osservatore Politico (O. P.), noto per i suoi frequenti scoop, qualcuno forse millantato. Comunque pare fosse a conoscenza di qualche innominabile segreto di stato. Un sicario, rimasto ignoto, il 20 marzo 1979, a Roma, gli spara, cinque colpi di pistola. Bersaglio preferito di O.P., l’on. Giulio Andreotti, a carico del quale gli inquirenti sostennero l’accusa d’essere il mandante delle revolverate. Alla fine dell’iter giudiziario, la Cassazione annullò, senza rinvio, la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Perugia. Andreotti “non aveva commesso il fatto”.
Non va dimenticato il disastro nucleare di Fukushima in Giappone. Accadde l’11 marzo 2011, causato da un violentissimo terremoto, che, a sua volta, produsse lo tsunami abbattutosi sulla centrale con onde alte fino a 14 metri. Le pompe di raffreddamento dei reattori furono danneggiate e l’aumento del calore fece esplodere parte dell’impianto. Si liberarono nell’aria grandi quantità di materiale radioattivo. Un evento sismico s’era trasformato in un “mostro marino”, lo tsunami, e l’incidente fu classificato al 7° grado della scala nucleare, con migliaia di vittime. Dopo Chernobil il secondo “testimone” contro l’atomo assassino.
Concludo con un altro accadimento “marzaiolo” vicino ai giorni nostri. E’ il 1994 e si entra nel periodo dell’avvento di Silvio Berlusconi. Non è nato – come volle farci credere – in una capanna e neppure il 25 di dicembre. Partecipa alle elezioni politiche del 27 – 28 marzo e vince con il Polo delle Libertà contro l’Alleanza progressista di Achille Occhetto. Poi, nell’orgia del potere, verranno le cene eleganti, le olgettine, il divorzio milionario, la nipote di Mubarak, i patetici fidanzamenti senili, i processi per frode fiscale, per corruzione in atti giudiziari e tant’altra roba ancora.