Ha incontrato i peggiori criminali d’America, da Charles Manson al Figlio di Sama JohnWayne Gacy. Come riusciva a ottenere la loro fiducia? “Uno dei tratti principali di queste persone è il narcisismo, dunque entrare nelle loro grazie è facile: basta comportarsi come un fan. Ero disposto a tutto pur di ottenere delle risposte: perché quel modo di agire, quella vittima, quel luogo…Informazioni che si sono rivelate fondamentali per risolvere casi simili ed elaborare concetti come “modus operandi“ e “firma del killer.” Quel dettaglio che ti permette di ricondurre un crimine a un determinato autore”.Nel 1996, quando ero già in pensione ho contribuito a far prosciogliere i genitori di Jon Benet Ramsey dall’accusa di aver ucciso la loro piccola. E ho lavorato come consulente anche per Amanda Knox. Chi ha condotto le indagini a Perugia si è fatto guidare dalla teoria, non dalle evidenze forensi. Fino all’assurdo: come era possibile che Amanda e Raffaele fossero tornati sulla scena del delitto riuscendo a rimuovere solo il loro dna e lasciando intatto quello di Guede? Per non parlare di tutte quelle teorie su festini a base di droga, e rituali satanici. Però l’opinione pubblica ci ha creduto. Il problema è che spesso una buona storia è meglio della verità, soprattutto per i media”.