“L’inerzia della Giunta regionale dell’Umbria sul tema dell’adeguamento alle linee guida emanate dal ministero della Salute, in tema di interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), finisce all’attenzione del Parlamento, con una interrogazione della senatrice Monica Cirinnà, all’indirizzo proprio del ministro Speranza”.
Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori e i consiglieri Simona Meloni, Fabio Paparelli, Donatella Porzi e Michele Bettarelli, annunciando l’atto ispettivo parlamentare nel quale si chiede anche “quali iniziative intenda prendere il Ministro per porvi fine, ripristinando anche in Umbria la piena attuazione della legge 194/1978 e con essa la piena garanzia della pari dignità delle donne e l’effettività della loro libertà di scelta”.
“L’Umbria – proseguono i consiglieri Pd – si configura ormai come una Regione a due velocità, se da un lato tanta è stata la premura per modificare la delibera del 2018, non altrettanta puntualità è riscontrabile nell’adeguamento alle linee guida ministeriali. Ed ecco dunque che ringraziamo la senatrice Cirinnà, per aver riportato il tema in Parlamento, perché l’Umbria non merita i passi indietro sui temi dei diritti civili che questa maggioranza a trazione leghista sta perpetuando. La delibera per la limitazione dell’Ivg è stata infatti una scelta liberticida, che ha fatto scattare anche una profonda reazione da tutto il tessuto sociale umbro e dal movimento che si è attivato spontaneamente, sia a livello locale che nazionale”.
“L’inerzia della Regione Umbria – dichiara la senatrice Cirinnà nell’atto ispettivo – nell’adeguarsi alle nuove Linee guida è grave e pericolosa: le donne umbre hanno diritto ad accedere in condizioni di serenità e sicurezza all’interruzione farmacologica della gravidanza, senza essere costrette al ricovero: ne va della garanzia dell’autodeterminazione e dello stesso diritto alla salute, oltre che della piena attuazione della legge 194. Per questo, ho ritenuto doveroso portare in Senato la voce dell’Umbria che non si rassegna all’oscurantismo”.
“Non abbassiamo la guardia, dunque – concludono i consiglieri regionali – tanto più alla luce dell’emergenza pandemica, che sta mettendo sotto pressione tutto il sistema sanitario regionale e nazionale. Occorre, quindi, uno sforzo, affinché possano essere ridotte le difficoltà di accesso alle strutture consultoriali, essendo ormai in presenza di una situazione in cui il Covid ha costretto alla sospensione delle prestazioni differibili e l’Ivg, viene considerata come tale, andando a ledere i diritti civili delle donne”