Quotidiano Dell'Umbria
  • Home
  • Attualità
  • Cronaca
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
    • Musica
    • Arte
    • Teatro
    • Libri
  • Opinioni
  • Salute
Facebook Twitter Instagram
  • Perugia
    • Corciano
  • Terni
    • Amelia
      • Lugnano in Teverina
    • Narni
    • Acquasparta
  • Foligno
    • Spello
    • Trevi
    • Montefalco
    • Bevagna
    • Nocera Umbra
  • Assisi
    • Bastia Umbra
    • Cannara
  • Città di Castello
    • San Giustino
    • Umbertide
    • Montone
  • Gubbio
    • Gualdo Tadino
  • Orvieto
  • Spoleto
  • Valnerina
    • Norcia
    • Cascia
  • Todi
    • Marsciano
    • Deruta
    • Collazzone
    • Massa Martana
  • Trasimeno
    • Castiglione del Lago
    • Città della Pieve
    • Magione
    • Panicale
    • Passignano sul Trasimeno
    • Piegaro
    • Tuoro sul Trasimeno
Facebook Twitter Instagram YouTube
Quotidiano Dell'Umbria
Login
  • Home
  • Attualità
  • Cronaca
    10.0

    Beccati dalla Polizia durante un tentativo di furto in una azienda di Assisi

    Marzo 20, 2023
    10.0

    Nasconde in casa più di un etto di hashish: denunciato 20enne a Corciano

    Marzo 20, 2023
    10.0

    Gubbio, arrestato 37enne per detenzione e spaccio di droga

    Marzo 20, 2023
    10.0

    Terni, 14enne accoltella 17enne per questioni di droga

    Marzo 20, 2023
    10.0

    Caso Suarez: ascoltate in udienza le intercettazioni telefoniche

    Marzo 18, 2023
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
    • Musica
    • Arte
    • Teatro
    • Libri
  • Opinioni
  • Salute
Facebook Twitter Instagram YouTube
Quotidiano Dell'Umbria
You are at:Home » Elezioni? Serve una pausa di riflessione
Archivio

Elezioni? Serve una pausa di riflessione

RedazioneBy RedazioneDicembre 27, 2016Nessun commento5 Mins Read
 
di Vincenzo Scotti (*) – Sono trascorse tre settimane dal voto referendario di domenica 4  dicembre. In  così breve lasso di tempo, il governo Renzi si è dimesso, assumendosi la responsabilità della sconfitta, in novantasei ore si è formato il governo Gentiloni e in settantadue ore ha ricevuto la fiducia delle due Camere ed ha partecipato al Vertice dell’Unione Europea, annunciato di particolare importanza, e chiusosi con un rinvio. Il quindicesimo giorno si è concluso con l’assemblea del Partito Democratico. Bisogna riconoscere la rapidità e l’efficienza con cui i cittadini e i loro rappresentanti politici – nella stragrande maggioranza dei casi – hanno indicato chi aveva vinto e chi aveva perso, quale fosse la portata politica del voto referendario (una crescente divaricazione tra giovani, donne e uomini del Mezzogiorno e delle inaccettabili nuove disuguaglianze) e quali fossero le decisioni strategiche (nuovo governo traghettatore, approvazione della legge elettorale, svolgimento delle elezioni politiche nazionali). 

Da quel 4 dicembre sembra trascorso un ampio lasso di tempo. Di giorno in giorno, altre contrastanti emergenze hanno riempito i notiziari televisivi, la carta stampata, le pagine del web. Tra i vincenti del referendum, l’architrave costituito dal movimento dei pentastellati ha visto messo rapidamente in discussione, con la esplosione della crisi della giunta Raggi a Roma, quel percorso verso il governo del Paese che il 5 gennaio aveva intrapreso con la stesura del programma e la scelta degli uomini e l’offerta di alleanza da parte della Lega e di Fratelli d’Italia. E i primi a cancellare dalle prime pagine l’ascesa dei pentastellati sono stati gli stessi giornali che, il 5 dicembre, avevano aperto al nuovo che avanzava all’orizzonte elettorale. Mentre l’area di centro sinistra ha guardato con interesse a un meccanismo elettorale in grado di contrastare i movimenti populisti in Italia. Molti centristi, che per anni hanno guardato con terrore all’apparire una qualche forma di proporzionale, si sono improvvisamente convertiti ad esso. Questo passare da una prospettiva ad un’altra, radicalmente opposta, è una delle ragioni della inconsistenza e del mancato radicarsi di una forza politica capace di trovare consensi nell’area riformista moderata. 

E’ possibile rallentare la corsa precipitosa verso le elezioni nazionali, rifiutandosi di considerare questa come l’unica strada per ascoltare e dialogare con quelle forze che non hanno ancora ceduto alla ventata populista. Per queste forze, l’appello “alle urne, alle urne” sarebbe percepito come un atto di arroganza di una casta politica che non ha altra via di comunicazione e di incontro con la gente che quella delle “grida” elettorali senza idee, proposte e credibilità. Le forze populiste troverebbero nell’appello “alle urne, alle urne” il terreno di coltura di un nuovo referendum estremamente semplificato usato per mandare a casa la casta e ogni simbolo del loro potere. 
Non è certamente un rifiuto al confronto elettorale, un rifiuto al ricorso al popolo sovrano, ma un rifiuto a un modo sbagliato di arrivare alle elezioni; non può trattarsi della rivincita tra un quaranta per cento coeso e un sessanta per cento frastagliato e senza una proposta comune. Né può essere un invito a votare un quesito referendario su partiti che hanno saputo governare e un movimento pentastellato-leghista che ha mostrato, nelle sue prime esperienze, evidenti incapacità di governo. Ho l’impressione che i cittadini leggerebbero questo quesito referendario in modo opposto a quello che i proponenti vorrebbero. 

 
 

Non dimentichiamo che i riformisti moderati non sono riusciti ad avere una proposta comune e a presentare agli elettori un volto coeso e credibile su uno dei principi fondamentali che dà fondamento a tutta la Costituzione, e al quale bisognerà riferirsi quando sorgeranno problemi di interpretazione intorno allo “spirito” della Costituzione, così formulato dall’articolo 2: “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Giorgio La Pira, a brevissima distanza dalla approvazione della Costituzione, scriveva: “Sorgono qui due problemi fra loro strettamente collegati; l’analisi di questo principio, infatti, mostra che è ispirato da due premesse: una di carattere metafisico e sociologico; l’altra correlativa, di carattere giuridico. ….. La prima è enucleata in quel inciso rivelatore (“sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”); la seconda è indicata dall’altro inciso rivelatore (“la repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo ecc.“)”. Giorgio La Pira, sempre nel 1948, sottolineava come il principio dell’articolo 2 governa – con maggiore e minore energia – tutta la prima parte della Costituzione. Nella seconda parte, relativa agli organi costituzionale, il principio dell’articolo 2 soffre “le maggiori eccezioni e incoerenze”. Noi sappiamo bene le ragioni politiche del perché questo avvenne e bloccò una intesa che venisse a coronare, anche nella seconda parte, il principio pluralista che ispira tutta la Costituzione. Perché, allora, nel corso di tanti lunghi anni i riformisti non sono riusciti a portare a quel cambiamento della seconda parte della Costituzione secondo quel principio pluralista dell’articolo 2 ? Perché, invece di trovare insieme una soluzione condivisa e quindi andare insieme al corpo elettorale per una ratifica, si è arrivati ad una contrapposizione su ipotesi riformatrici divaricate? Perché, invece di approfondire il dialogo, si sono ulteriormente divaricate le posizioni rendendo impossibile alla Costituente una intesa anche per la struttura del Parlamento, dando vita a un doppione così come scriveva nel 1948 uno dei più attivi costituenti? 

Nella storia del nostro Paese queste divisione tra gli innovatori hanno aperto la strada ad avventure populiste. Lo scarico di responsabilità proprie per attribuirle agli altri è una esperienza antica. 
Vogliamo andare oggi ad elezioni, senza aver sciolto questo nodo e pensando che si possa affrontare l’ondata populista senza una unità e una strategia comune ? 
Invece di correre prendiamo una pausa breve di riflessione e di dialogo sapendo che non sono in gioco gli interessi di questo o di quel leader ma quelli dell’intero Paese.

(*) Presidente della Link Campus University di Roma

Elezioni Paese Sviluppo
Share. Facebook Twitter Email WhatsApp
Redazione

Articoli correlati

10.0

Elezioni comunali a Terni, la Lega annuncia il Latini bis e fa infuriare FdI

2 Mins Read
10.0

E’ mancata la testimonianza di fede democratica

4 Mins Read
10.0

Dalle regionali di Lombardia e Lazio Salvini riconferma la candidatura della Tesei in Umbria

2 Mins Read

Leave A Reply Cancel Reply

  • Articoli recenti
  • I più letti
10.0
Marzo 20, 2023

Beccati dalla Polizia durante un tentativo di furto in una azienda di Assisi

10.0
Marzo 20, 2023

Nasconde in casa più di un etto di hashish: denunciato 20enne a Corciano

10.0
Marzo 20, 2023

Turismo, Assisi regina dell’Umbria: nel 2022 oltre 1,2 milioni di visitatori

Ottobre 21, 2016

Perugia, International Welcome Day nell’Aula Magna di Palazzo Murena

Ottobre 21, 2016

Spoleto, donna 52enne muore investita da automobile

Ottobre 21, 2016

Da compagno ad aguzzino: uomo allontanato dalla ex convivente

Galleria immagini
10.0
10.0
10.0
10.0
  • Opinioni
10.0
Marzo 20, 2023

La Corte dell’Aia ha emesso il mandato di cattura per Putin

10.0
Marzo 16, 2023

Chi pagherà le case “green”? Non certo le banche

10.0
Marzo 13, 2023

E’ necessario un calmiere ai prezzi dei beni primari

10.0
Marzo 13, 2023

La sconfitta dei “NO a prescindere” e il gas diventato oro blu

In primo piano
10.0
Opinioni
Marzo 1, 20230

L’aggressione assassina in Ucraina ha compiuto un anno

10.0
Opinioni
Febbraio 27, 20230

Rendere l’Ucraina tabula rasa: è questo l’obiettivo di Putin

10.0
Perugia
Febbraio 24, 20230

Marcia Perugia-Assisi per dire “fermiamo le guerre”

Archivio mensile
Meteo Umbria

RSS Film e serie TV
  • Percy Jackson, Rick Riordan sui film: "Sono stati una grande delusione anche per i miei figli"
    In un post su Goodreads, Rick Riordan, autore della saga di Percy Jackson, ha rivelato quanto dolore e danni hanno causato gli adattamenti cinematografici alla sua famiglia, soprattutto, ai suoi figli. Vediamo insieme cosa ha dichiarato.
  • Freddie Prinze Jr. ha rimpianti sui film di Scooby-Doo e dichiara: "Un terzo film? Nemmeno per sogno"
    Freddie Prinze Jr. ha recitato nei live-action del cartoon Scooby-Doo, ma ha dichiarato di essersi pentito di averli girati e che non ha intenzione di tornare per un terzo film. Per quale motivo? Ecco cosa ha dichiarato.
Croce rossa
About
About

SMARTMAG

Facebook Twitter Instagram YouTube
Articoli recenti
10.0
Marzo 20, 2023

Beccati dalla Polizia durante un tentativo di furto in una azienda di Assisi

10.0
Marzo 20, 2023

Nasconde in casa più di un etto di hashish: denunciato 20enne a Corciano

10.0
Marzo 20, 2023

Turismo, Assisi regina dell’Umbria: nel 2022 oltre 1,2 milioni di visitatori

Galleria immagini
Privacy Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Cookie Policy
  • Home
  • Contatti
Copyright © 2023 Clever Digital Agency & Global Communication.

Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

Sign In or Register

Welcome Back!

Login to your account below.

Lost password?