Il presidente della Provincia Leopoldo di Girolamo ha rassegnato le dimissioni comunicandole con lettera a tutti i consiglieri provinciali. Le motivazioni riguardano i pressanti impegni come sindaco di Terni e le disposizioni della legge Delrio in merito ai meccanismi per l’elezione dei presidenti delle Province e dei consigli provinciali.
“Nel disposto della legge 56/2014 – scrive infatti di Girolamo – c’è un’asincronia tra la durata in carica del presidente (4 anni, ndr) e quella del consiglio (2 anni, ndr). Tale situazione – sostiene – potrebbe produrre il fatto che il presidente appartenga alla coalizione politica che lo ha eletto in precedenza, mentre le nuove elezioni potrebbero determinare un consiglio a maggioranza diversa. In secondo luogo un arco di due anni è totalmente inadeguato a progettare qualsiasi intervento di medio-lungo respiro, rinchiudendo l’operatività dell’ente esclusivamente nella ordinaria amministrazione. Per questo, oltre a ritenere che quella norma debba essere modificata, trovo giusto consentire agli amministratori che andranno a votare di poter scegliere sia il presidente che il consiglio”.
Il presidente fa poi riferimento alla situazione di Palazzo Spada. “Il Comune – spiega – ha deciso, causa uno squilibrio strutturale nella parte di spesa corrente e l’emergere di debiti fuori bilancio, di adottare la procedura del piano di riequilibrio finanziario pluriennale previsto dall’art. 243 bis del TUEL. Oltre questo, il MISE ha decretato il 7 di ottobre, l’accoglimento della proposta di riconoscimento di Terni e Narni come Area di crisi industriale complessa avanzata dalla Regione dell’Umbria. Entrambe le procedure prevedono la presentazione di piani dedicati entro il termine di 90 giorni, eventualmente ampliabili di altri 30. Inizia quindi un periodo fortemente impegnativo per il mio Comune, che richiede presenza e disponibilità assoluta da parte del suo sindaco. In questi due anni di attività del nuovo ente – ricorda poi di Girolamo a proposito della Provincia – abbiamo tentato, in mezzo a difficoltà a volte insormontabili dovute ai provvedimenti finanziari del governo, di assicurare l’esercizio delle funzioni fondamentali ed il percorso di ricollocazione del personale secondo le disposizioni nazionali e regionali cercando di raggiungere l’obiettivo di “esuberi zero”. Quel poco di positivo che siamo riusciti a fare è innanzitutto merito dei dipendenti che, pur in uno stato di assoluta precarietà ed incertezza, hanno mostrato profonda competenza ed attaccamento al lavoro. Importante è stato anche il clima di collaborazione che si è creato in consiglio provinciale grazie ai consiglieri di maggioranza che hanno assicurato sostegno e contributi importanti e, soprattutto, all’atteggiamento di profonda responsabilità che hanno inteso adottare i consiglieri di minoranza. Questi comportamenti credo possano essere presentati come esempio di quella “buona politica” di cui hanno bisogno i nostri cittadini. Mi auguro – conclude il presidente – che il mio successore ed il nuovo consiglio provinciale possano trovare condizioni migliori per poter esprimere le grandi potenzialità che questo ente possiede”.
Secondo la procedura il presidente ha ora 20 giorni di tempo per ritirare le dimissioni, trascorsi i quali i poteri e le funzioni passano al vice presidente che dovrà gestire l’ente fino alle nuove elezioni da tenersi entro il 17 gennaio.