È stato registrato un caso di scabbia in una scuola elementare di Città di Castello.
Appena stabilita la diagnosi, l’Asl Umbria 1, ha subito messo in moto il protocollo necessario al contenimento del fenomeno, il bambino infatti dovrà seguire tutte le cure in casa per evitare di contagiare altre persone.
La scabbia è un’infezione della pelle che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene legata all’acqua, è causata da un acaro, un’ parassita talmente piccolo da poter essere considerato invisibile, che si inocula sotto la pelle del soggetto provocando un intenso prurito allergico.
Nessun allarmismo quindi, ma non sono mancate le proteste e le polemiche dei genitori, che affermano di essere stati avvertiti tardi del pericolo.
Una riunione con la dottoressa Anna Pasquale, responsabile del servizio di igiene e sanità pubblica, è servita però a riappacificare gli animi portando una corretta informazione sui sintomi e sulla cura della malattia. Oltre a questo, ad ogni bambino è stata data una lettera redatta dalla Usl in cui è descritta in maniera precisa e dettagliata la profilassi da seguire nel caso in cui si presentino i segnali tipici del contagio, ed è anche suggerito ai genitori di controllare la pelle dei loro figli per almeno 6 settimane.