Per i beneficiari del sussidio del Reddito di cittadinanza c’è l’obbligo di svolgere i progetti di pubblica utilità (Puc) realizzati dai Comuni. Ma in Umbria, su questo fronte, è ancora tutto fermo. Come scrive oggi il Corriere dell’Umbria, le regole sono poco chiare, molti gli aspetti ancora da illustrare per cui gli enti locali della regione non si sono mossi. L’Anci, l’Associazione nazionale dei piccoli Comuni, affronterà la questione mercoledì 26 febbraio nel corso della commissione welfare e politiche sociali presieduta dall’assessore ai servizi sociali del Comune di Perugia, Edi Cicchi. Il direttore dell’Anci, Silvio Ranieri, spiega che per marzo è previsto anche un seminario aperto agli amministratori nell’ambito del quale verranno approfondite alcune questioni rilevanti della nuova misura. In altre parti d’Italia qualche Comune si è mosso. Il Comune di Galati Ma mertino, in Sicilia, per esempio, è stato tra i primissimi a deliberare l’approvazione di progetti che consentono di impiegare i beneficiari del reddito di cittadinanza, definendo la norma “una boccata d’ossigeno” per il piccolo ente. Gli aspetti da tenere in considerazione sono diversi. Ci sono i dati da incrociare insieme all’Inps, i progetti da individuare insieme ai responsabili del controllo anagrafico che si occuperanno delle schede e da identificare l’assistente sociale che si prenderà in carico i casi. I progetti dovranno essere stilati a partire dai bisogni e dalle esigenze della comunità. Il catalogo spazia dall’ambito culturale a quello sociale, passando per ambiente, attività artistiche, formazione e tutela dei beni comuni. L’impegno minimo richiesto è di 8 ore settimanali, fino ad un massimo di sedici. La programmazione delle otto ore settimanali può essere sviluppata sia su uno o più giorni della settimana sia su uno o più periodi del mese, fermo restando l’obbligo del totale delle ore previste nel mese, compresa la possibilità di un eventuale recupero delle ore perse nel mese di riferimento. I Comuni dovranno istituire un registro dei partecipanti ai Puc, in cui annotare le presenze giornaliere dei beneficiari del reddito di cittadinanza, l’ora d’inizio e fine dell’attività.