Ernesto Cesaretti, presidente della Sase, società di gestione dell’aeroporto internazionale dell’Umbria, ha deciso di passare alle vie legali. I 500mila euro versati come deposito cauzionale alla compagnia italo-maltese per i nove voli nazionali e internazionali mai avviati – in assenza delle certificazioni di volo – dovevano tornare indietro, in base ai carteggi, entro venerdì 17 novembre.
I vertici della società hanno controllato ieri in banca: niente 500mila euro. E dunque: “Abbiamo dato incarico al nostro legale di contattare l’avvocato della compagnia FlyVolare per capire perché non sono arrivati i soldi, come da accordi, e eventualmente formulare l’ingiunzione di pagamento”.
Sulla questione c’è da registrare una nota anche il consigliere regionale Claudio Ricci, che chiede in maniera perentoria: «Intervengano gli organi di controllo. Avevamo ragione su FlyVolare. Avevamo ragione sulla “leggerezza” fatta nel dare (da parte di Sase gestione dell’aeroporto) 500.000 € ad una compagnia aerea, Fly Volare, che non aveva le autorizzazioni per volare (con diffida di Enac, autorità di controllo). Avevamo ragione nel dubitare che entro venerdì 17 novembre (come promesso) i 500.000 € non sarebbero stati restituiti visti i servizi non svolti. Adesso le cose cambiano, ringrazio molto i mezzi di comunicazione per la loro incisività sul tema e ora è, di fatto, inevitabile l’intervento degli organi di controllo (Corte dei Conti e Procura della Repubblica) per verificare la situazione. Si tratta di “soldi pubblici” non bisogna dimenticarlo. Visto che anche Carlo Tavecchio (presidente della federazione italiana gioco calcio) si è dimesso chiedo le “doverose” dimissioni dei responsabili di questo che, ora, “non è più un gioco”».