Ci vorrebbe una riserva di bromuro nella cassetta dei farmaci per le esigenze del Consiglio regionale. Quello che è accaduto stamani nell’aula di Palazzo Cesaroni non può essere sottovalutato. Si doveva discutere sulla legge anti-omofobia e contro la discriminazione e le violenze determinate dall’appartenenza sessuale. La proposta era stata avanzata dal Partito Democratico e in particolare dal capogruppo Chiacchieroni, dal segretario Giacomo Leonelli e dal Consigliere Solinas (gruppo misto). Prima che si cominciasse a discutere, il Consigliere De Vincenti (lista civica di Centro Destra) ha chiesto la sospensione della discussione sull’omofobia perché – ha detto- l’atto non è corredato dalla necessaria copertura finanziaria”. La presidente dell’assemblea gli ha risposto leggendo un parere legale degli uffici di Palazzo Cesaroni, secondo cui l’atto, per tornare in commissione, deve comunque essere iscritto all’ordine del giorno dei lavori d’aula. Inoltre, l’atto in questione risulta emendato, per quanto riguarda le risorse a disposizione, da un atto della presidenza della giunta. Vibrante la reazione di De Vincenzi, che ha ripreso la parola per dire, con toni accesi, che “se in questa che è la massima assemblea dell’Umbria non si seguono le regole, allora andiamocene tutti a casa”. Mentre pronunciava queste parole, il consigliere di opposizione ha lanciato in aria dei fogli che aveva sul proprio scranno. A questo punto, intorno alle 12,15, la presidente ha sospeso la seduta. Ma i lavori in aula sono ripresi verso le 12,30; e il consigliere 2,30. Marco Squarta (Fdi) ha fatto notare come l’iscrizione all’ordine del giorno dell’atto in questione fosse “una forzatura grave” ed ha annunciato la propria uscita dall’aula “visto che la maggioranza non garantisce il numero legale e che manca la stessa presidente della giunta, Catiuscia Marini”. Anche Andrea Liberati (M5S) ha evidenziato “l’assenza della presidente della giunta”. facendo finta di non sapere che la Presidente si trovava a Roma con gli altri presidenti delle Regioni terremotate per prendere parte all’incontro col Presidente. La presidente Porzi sottolineando l’impegno della Marini a Roma ha annunciato che la presidente della Giunta sartebbe arrivata entro due ore. Allora il consigliere delle Cinque Stelle ha detto che la sedutta non era valida a causa della mancanza del numero legale. I consiglieri di destra hanno abbandonato l’aula e a questo punto la seduta è stata chiusa. La tensione a questo punto si è trasferita fuori dall’aula dove sono volate parole grosse.
La Presidente dell’assemblea regionale Donatella Porzi ha affidato all’ufficio stampa della regione una nota in cui riassume la vicenda della legge e annuncia la ripresa della discussione, ricordando che la questione sta facendo il suo cammino da dieci anni. Ora è compito di tutti noi farla proseguire, riprendendo il dibattito consiliare a partire dalla relazione di minoranza, già dalla prossima seduta dell’Assemblea legislativa”: . Sicuramente – spiega la presidente Porzi – l’Assemblea legislativa costituita da 20 consiglieri e i numerosi impegni istituzionali ai quali è chiamata la Giunta mettono in difficolta’ lo svolgimento di un sereno e agevole calendario dei lavori di Palazzo Cesaroni. Per questo è opportuno un richiamo alla responsabilità di tutti, affinché l’Assemblea possa svolgere le proprie funzioni senza difficoltà. Quanto alla seduta odierna la discussione della legge è stata rimandata a causa della mancanza del numero legale dovuto ad assenze legate ad impegni istituzionali e che hanno tenuto lontana dall’Aula la stessa presidente Marini, con le minoranze che hanno preferito uscire dall’Aula piuttosto che consentire lo svolgimento della discussione”.