Di Ciuenlai – Il cerchio si comincia a restringere e si assottiglia il numero dei “papabili” alla corsa per diventare candidato della coalizione Pd alle prossime elezioni comunali di Perugia.
Marco Guasticchi ed Emanuela Mori, per il momento, si chiamano fuori e stanno sullo sfondo di questa contesa. Ha perso molto vigore anche la ricerca di un “grande vecchio” nata nel mondo delle Università. Nomi che potrebbero fare allo scopo (tipo il professor Falini, tanto per fare un nome di grande prestigio) non sono disponibili per questa avventura e quindi, gira gira si finisce sui soliti noti, Lidia Costamagna, Sergio Bistoni e Alberto Stramaccioni, tutti personaggi ormai fuori dal giro e che, fra parentesi e per quello che se ne sa, rifiutano con vigore (alcuni anche con dispetto) ogni accostamento alla corsa per diventare primo cittadino del capoluogo.
Adesso, in questi ambiti, piace molto la figura di Solinas, una figura che continua a crescere in molti ambienti che contano. Come cresce Enrico Menichetti che incassa diversi endorsement interni al partito, magari di figure considerate minori, ma che invece possono smuovere circoli, iscritti e voti, aspettando, come avevamo già annunciato, le decisioni di Cernicchi.
I sostenitori dell'ex assessore alla cultura (che tiene la bocca tappata) denunciano un vero e proprio “tentativo di linciaggio politico” che sarebbe in corso per “aiutarlo ad uscire di scena” rimanendo neutrale e nell'ombra. L'operazione verrebbe, sempre secondo queste fonti, condotta principalmente dalla corrente di riferimento più gettonata dentro l'apparato del Pd, quella dei Giovani Turchi. Si accuserebbe Cernicchi, oltre di avere il “grave difetto” di aver fatto parte delle passate amministrazioni e quindi di non essere idoneo ad una fase di rinnovamento, di essere stato uno dei principali responsabili della caduta di Boccali e quindi incandidabile. “Una specie di linciaggio – dicono ancora i suoi fan – che però contiene una contraddizione e ammette anche una verità scomoda . Se Andrea è stato una delle principali cause della sconfitta del vecchio sindaco vuol dire che tra i due non c'era completa sintonia sulle politiche per la città e quindi la storia della continuità con i perdenti, va a farsi benedire”.
Comunque gli uomini e le donne intorno alla Marini un passo avanti l'avrebbero fatto, eleggendo “l'attivissimo” Tommaso Bori, come loro punto di riferimento, al posto di Valeria Cardinali, “rea” di avere gli stessi vizi di Cernicchi. E questo mette in difficoltà le presunte o vere ambizioni di Giacomo Leonelli. Si è capito infatti che potrebbe esserci un indirizzo romano che concede, per così dire, ampia discrezionalità di manovra ai Giovani Turchi in Umbria, una regione che ,dicono, potrebbe essere stata appaltata Da Renzi al fido Orfini. Anche perchè, salvo il segretario regionale, punti di riferimento solidi il segretario nazionale qui non ne ha. Sono quasi tutti sostenitori del suo Governo, ma pochi della sua corrente.
Questo farebbe pensare che i “renziani duri e puri” siano fuori gioco. Manco per niente. Sarebbe infatti riesploso il caso dello “Straniero”. Vi ricordate dell'esternazione di Fassino alla riunione degli amministratori Anci del Pd sulla eventualità che a Perugia la scelta del partito potesse essere indirizzata verso un esterno? Sembrava il solito endorsement per Marina Sereni e invece c'era di più. “Gole profonde” raccontano di scambi di vedute dentro il Pd che avrebbero fatto scattare una ricerca in tal senso. Non avendo i renziani un personaggio stile “Giacchetti” in loco, si sarebbe pensato di usare il metodo Sala. Un personaggio conosciuto in città, ma fuori da tutti i giochi del cuore verde d'Italia. Personaggio da ricercare, appunto, tra i recenti “Servitori dello Stato” che hanno fatto tappa a Perugia. E allora giù a scartabellare tra Prefetti, Questori, Sovraintendenti, Giudici, Dirigenti Statali locali e delle Aziende di stato. L'identikit sarebbe un tipo alla“Cardella” (che è fuori gioco per la recente nomina a Procuratore). Per adesso è solo un'ipotesi , una pagina vuota, visto che sembra, non ci sia nessuno che convinca i fautori della scelta romana, ma la ricerca continua.
Se Orfiniani (Bori), e Minoranza Pd (Solinas e Menichetti) stanno già lavorando sul campo, anche il gruppo Cernicchi non sta comunque a guardare. E' soprattutto la cerchia dei suoi amici che “si ostina” a tessere la tela, perchè lui continuerebbe ad essere tentato ad abbandonare il confronto spostando le”sue truppe” su Menichetti. Dipende molto anche quello che deciderà la sua corrente di riferimento, quella dei Popolari e della parte sinistra che si è aggregata all'organizzazione del Sottosegretario.
Se continuasse questo clima di scontro frontale tra “Bocci e il resto del mondo”, chi può escludere la presenza di un secondo candidato democratico alle prossime elezioni comunali? E a spingere per questa ipotesi sono settori della sinistra sindacale della Cgil e gruppi di “cani sciolti” usciti da Sel e dalle tradizionali organizzazioni della “letf” radicale. E chi lo sa che il punto di caduta potrebbe essere proprio la figura di Cernicchi? L'ex assessore alla cultura è l'unica cosa che in questo momento si premura di smentire seccamente. Però in questo mondo nel quale i valori di riferimento sono solo individuali il motto che va più di moda appartiene al migliore james Bond della storia : “Mai dire Mai”.