I giudici le danno ragione ma la casa non potrà riaverla
La corte d’appello di Perugia ha confermato la sentenza di primo grado dando ragione alla donna ternana che molti anni fa si era vista vendere all’asta la villa di proprietà nelle campagne di Stroncone.
La vicenda risale a più di dieci anni fa, quando la banca promosse contro la signora Franca la procedura di espropriazione immobiliare sulla base di un contratto di mutuo fondiario rilasciato in forma esecutiva a favore di un istituto di credito, che, nell’atto di precetto, sostenne di aver rinegoziato con lei il mutuo. La cessione del titolo da una banca all’altra e la rinegoziazione del mutuo non furono mai prodotti nel fascicolo dell’esecuzione.
L’esecuzione però è andata avanti e purtroppo niente è riuscito a bloccarla.
Mentre le carte sono finite in tribunale, che dopo una serie infinita di udienza ha dato ragione alla donna assistita dall’avvocato Marco Tudisco, la signora Franca ha visto sparire la sua villa che valeva oltre 600mila euro e che fu venduta all’asta, nel marzo 2018 e dopo vari ribassi, per poco più di 200mila euro.
E da allora Franca è ancora oggi costretta a vivere in una casa in affitto insieme alla mamma, che ha novant’anni.
Ma nonostante la vittoria legale, ottenuta in due aule di giustizia, la signora Franca non ha strumenti per riavere indietro quello che ha visto sparire, ovvero la villa che suo padre aveva comprato con tanti sacrifici.
Dopo l’appello proposto dalla banca contro la sentenza di primo grado e il provvedimento che dà di nuovo ragione alla donna ternana la situazione non cambia. La casa finita all’asta Franca non potrà mai recuperarla. E questo nonostante le due sentenze favorevoli.