Ad un anno di distanza dalla tragedia che vide due adolescenti ritrovati cadaveri nei rispettivi letti dopo aver assunto del metadone, i familiari di Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi Peralta, li ricorderanno con una messa, organizzata in Duomo, oggi mercoledì 7 luglio, alle 18.30.
La cerimonia vedrà anche la partecipazione di don Antonio Coluccia, che nella zona di San Basilio a Roma, da tempo porta avanti la sua battaglia, vangelo alla mano, contro le forme di criminalità.
La morte dei due ragazzi non solo ha sconvolto la città dal punto di vista umano, ma anche aperto un dibattito sul presente e sul futuro dei giovani, anche e soprattutto dal punto di vista sociale.
In questi dodici mesi il percorso giudiziario ha fatto il suo corso: Aldo Maria Romboli, 42enne, è stato condannato a sette anni e due mesi di reclusione, nell’ambito del procedimento in rito abbreviato, per aver ceduto il metadone ai ragazzi la sera prima della loro morte.
L’uomo al momento sta scontando la pena ai domiciliari in una comunità. Dopo dodici mesi la messa al Duomo avrà dunque il merito di riuniner una intera comunità, ma anche di farla riflettere sul dramma della droga che a Terni ha sconquassato e continua a devastare la vita di molte persone.
“Terni è la terza zona d’Italia dove si muore di più di overdose. Lo riporta il sito ‘Geoverdose’ che registra i decessi causati dall’assunzione di droghe negli ultimi 7 mesi del 2021”, così il capogruppo regionale pentastellato Stelle, Thomas De Luca in una congiunta con i consiglieri comunali di Terni del Movimento 5 Stelle.
“A Terni e zone limitrofe, in questo periodo – osserva De Luca -, ci sono stati ben quattro decessi, soltanto due in meno rispetto a quelli registrati in città come Roma e Venezia. Ma la classifica diventa ancora peggiore a livello percentuale, considerando che a Terni i decessi riguardano 28,6 persone per milione di abitanti, contro i 2,5 della Capitale. Numeri da brivido, superiori in assoluto a quelli di grandi centri urbani come Napoli, Milano, Palermo, Bologna, Bari, Firenze”.
Per De Luca, si tratta di “un dato eclatante anche perché, sommando a questi dati i ricoveri e le morti sospette, a livello regionale continuiamo a produrre record negativi. Parliamo di ben 12 casi in Umbria che rientrano in queste tipologie e che ci rendono secondi solo al Veneto da cui proviene proprio l’assessore alla Sanità Coletto”.