(A.L.) A settembre ci aspetta una raffica di aumenti da far paura a tutte le famiglie, anche dove non ci sono cassintegrati, sottoccupati o naturalmente disoccupati. Per salire sui mezzi pubblici regionali bisognerà pagare un 30% in più nonostante il crollo degli utenti e grazie ai buchi di bilancio accumulati in questi anni.
Intanto, per non rischiare di essere gli ultimi della lista, salgono i prezzi di super e gasolio ed anche in questo comparto si registra un ulteriore calo dei consumi che sta facendo diventare tutti gli umbri ciclisti e pedoni, per conseguenza anche gli introiti da multe hanno una flessione rilevante anche se sono cresciuti come funghi gli autovelox (Foligno li ha piazzati in tutte le strade) e quasi sicuramente i comuni dovranno far ricorso a nuove tasse (ma su cosa?).
La Tares, nome esotico per i rifiuti, ci riserva un’altra batosta con aumenti anche del 40%, eppure gli umbri sono diventati più virtuosi ed in alcuni comuni la raccolta differenziata ha raggiunto percentuali apprezzabili. Per non parlare della scuola: con il prossimo inizio delle lezioni, a parte i trasporti di cui abbiamo già detto, c’è stata una raffica di aumenti stimati intorno al 15% sia per i libri che dovevano essere sostituiti dall’informatizzazione delle classi mai avvenuta, sia per gli accessori.
Gli umbri hanno stretto la cinghia all’inverosimile in questi ultimi cinque anni ed il meno 3% registrato dai consumi a livello nazionale è ben più consistente da noi a giudicare dalle serrande desolatamente abbassate di molti esercizi commerciali. I media di stato ci informano che siamo usciti dal tunnel e la crisi è finita, dimenticando di dirci che stiamo precipitando in un burrone.