Sono diciannove le opere attribuite ad Amedeo Modigliani che i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale hanno sequestrato perché sospettano possano essere dei falsi. L’inchiesta è coordinata dalla procura di Spoleto.
I militari hanno recuperato anche numerosi timbri, sigilli e vecchie etichette, nonché materiale ritenuto idoneo alla falsificazione.
Un pensionato di 69 anni, abile pittore, sarebbe coinvolto nell’attività illecita di certificazione ed attribuzione di beni d’arte a vari artisti, fra i quali appunto Modigliani, che sarebbe stata realizzata, dietro pagamento di un compenso, dal ‘concept board’ dell’Istituto Amedeo Modigliani di Spoleto. Secondo le indagini, difatti, tutte le certificazioni sono state sottoscritte dal presidente dell’Istituto. L’inchiesta – coordinata dalla procura di Spoleto – è partita da una mostra a Palazzo Bonocore di Palermo. Assieme a Modena, sono state fatte numerose perquisizioni anche a Roma e Spoleto a carico del presidente dell’Istituto Amedeo Modigliani e del curatore della mostra, entrambi indagati.
Il valore delle opere sequestrate, qualora fossero state immesse sul mercato come autentiche, sarebbe ammontato a centinaia di milioni di euro.
Alcune delle opere, tutte risultate corredate di certificazioni di archiviazioni sottoscritte dal responsabile del concept bord e dal presidente dell’istituto Amedeo Modigliani di Spoleto, erano state esposte nel corso della mostra “Gli amici di Modigliani e l’agguato sociale”, tenutasi presso la Casa Amedeo Modigliani di Spoleto in occasione del Festival dei due Mondi e prima ancora a quella “Modigliani e l’art negrè”.