Quello che si temeva si è puntualmente avverato. Di fronte agli uffici postali si sono formate code infinite e assembramenti di anziani accorsi a ritirare la pensione.
I problemi si sono aggravati soprattutto per il fatto che molti uffici postali sono stati chiusi al pubblico e dunque, da quando da giovedì è iniziato il pagamento anticipato delle pensioni, (in programma fino al 31 sulla base di turni organizzati per ordine alfabetico), in molte città umbre si è assistito al caos. A Marsciano il sindaco ha detto che sta valutando ogni azione nei confronti di Poste Italiane, compresa la possibilità di presentare un esposto.
Il primo cittadino sostiene che la riorganizzazione definita da Poste Italiane per l’emergenza Coronavirus di fatto «produce un effetto contrario rispetto a quanto perseguito dal governo nazionale con i provvedimenti adottati per contenere la diffusione del contagio». Secondo Mele, infatti, «la contrazione dei servizi postali obbliga gli utenti a trascorrere più tempo fuori casa e a trovarsi in assembramenti che aumentano i rischi».
Riservandosi di procedere con un esposto nel caso in cui non dovessero essere ripristinati alcuni uffici postali, Mele calca la mano dicendo che, oltre all’interruzione del servizio pubblico, «nell’eventualità in cui la diffusione del virus fosse accentuata e agevolata, potrebbero configurarsi ben altri elementi di rilevanza penale riconducibili al vostro comportamento». In questo quadro, il sindaco di Marsciano chiede «la riapertura degli uffici postali periferici sul territorio comunale e nuova rimodulazione degli orari di apertura dell’ufficio centrale di Marsciano», considerati da Mele «gli unici interventi realmente risolutori della gravissima situazione, in mancanza dei quali sarò costretta a proporre immediatamente le opportune iniziative giudiziarie a tutela della popolazione da me rappresentata».
A Magione giovedì mattina a causa del grande affollamento sono arrivati polizia municipale e carabinieri. Il fatto che sia aperto il solo ufficio postale di Magione e chiusi quelli delle frazioni ha creato, come ovvio, una concentrazione della popolazione anziana priva di conto corrente verso l’unico ufficio aperto.
Vista la situazione il sindaco Giacomo Chiodini ha chiesto alle Poste di «prolungare orari».
Stessa richiesta arriva dal sindaco di Città di Castello. «Oltre a quanto già disposto – spiega Luciano Bacchetta – a mio avviso va aperto anche Trestina. Chiameremo il responsabile interregionale per sollecitare tale decisione. Ne va anche della sicurezza della popolazione, in gran parte anziana, che si recherà alle poste per ritirare la pensione».